Batman Il Cavaliere Oscuro n. 3 | Recensione

Pubblicato il 25 Maggio 2017 alle 10:00

Le vicende di Batman e degli altri straordinari eroi di Gotham City diventano sempre più drammatiche! Scopritelo nel terzo numero di Batman Il Cavaliere Oscuro, dedicato a tutti i fan del Batverse!

Arriva il terzo numero di Batman Il Cavaliere Oscuro, secondo quindicinale Lion dedicato all’eroe di punta della DC. Tuttavia, se la testata Batman è intrigante, il discorso da fare per questa collana è invece diverso. L’albo, infatti, propone quattro serie, con protagonisti personaggi di spessore, ma il livello qualitativo non è omogeneo e ciò non può non influenzare il giudizio complessivo.

La serie principale è All-Star Batman, scritta da Scott Snyder, autore che si è già occupato di Bats in epoca pre-Rebirth. Lo sceneggiatore ha suscitato controversie tra i fan.

Alcuni l’hanno apprezzato, altri meno; in ogni caso, ha inserito concetti intriganti, come quello della Corte dei Gufi. In All-Star Batman Snyder dà ampio spazio ai nemici di Bruce Wayne. L’idea non è peregrina, considerando che molti villain delle saghe batmaniane sono dotati di indubbio carisma.

I cattivi, quindi, sono parte integrante della narrazione, in misura maggiore di quanto avviene nelle altre collane. In questo terzo episodio, Bruce e Due Facce se la stanno passando male. Per una serie di motivi, i due, pur detestandosi, sono costretti a collaborare, e la presenza della Bestia complica la situazione.

Costui è il villain un tempo conosciuto come KGBeast ed è stato assoldato dal Pinguino e altri criminali allo scopo di eliminare la strana coppia. Snyder costruisce una trama impreziosita da un ritmo serrato, scrivendo testi e dialoghi incisivi e fornendo incredibili rivelazioni sul passato di Bruce e di Harvey Dent.

Un ruolo di primo piano lo gioca Duke Thomas, nuovo pupillo di Bruce, e i disegni di John Romita Jr. sono piacevoli e senz’altro migliori di quelli realizzati per le storie di Superman. C’è poi una backup story tratta sempre dal n. 3 di All-Star Batman dedicata proprio a Duke.

Anche in questo caso ai testi c’è Snyder che inizia a darci qualche informazione sui trascorsi del ragazzo. Peccato che i disegni di Declan Shalvey, pur efficaci, non siano proprio impeccabili.

Si procede con il n. 3 di Batgirl. Tocca a Hope Larson narrare le vicende dell’amatissima Barbara, figlia del Commissario Gordon, attualmente in Cina, in un contesto, quindi, differente da quello gothamita. Lo sfondo è inusuale e Batgirl è una lettura gradevole.

La trama inizia a incuriosire ma il problema è dato dal fatto che Hope Larson ha deciso di puntare su atmosfere troppo mainstream. Batgirl è una serie supereroica come tante altre, non distinguibile dalle centinaia che vengono pubblicate ogni mese negli Stati Uniti.

Il tratto spigoloso di Rafael Albuquerque non è male ma Batgirl avrebbe bisogno di un penciler più plastico e raffinato. Si continua con il n. 2 di Batgirl and The Birds of Prey, incentrato su una nuova line-up delle Rapaci composta da Batgirl, Black Canary e la Cacciatrice.

E’ una serie tutta in rosa, scritta da Julie e Shawna Benson. Sinceramente, la voga politically correct di affidare personaggi femminili solo a sceneggiatrici, allo scopo di evitare presunti stereotipi sessisti, ha stufato ma tant’è. Le autrici finora hanno insistito sull’azione e, in particolare con la Cacciatrice, guarda caso, non hanno evitato cliché.

Nella loro ottica, infatti, Helena Bertinelli è la classica tipa tosta e aggressiva e niente di più. La delineazione psicologica delle protagoniste finora è stata appena abbozzata e solo con Barbara le Larson stanno facendo qualcosa di stimolante, evidenziando le divergenze caratteriali e di metodo esistenti tra la ragazza e il padre James Gordon.

La storia ruota intorno a un misterioso individuo che ha preso l’identità di Oracolo, ruolo in precedenza assunto da Barbara, e sta vendendo informazioni al mondo criminoso, causando al contempo parecchio filo da torcere alle tre eroine.

Batgirl and The Birds of Prey è senza infamia e senza lode, e la disegnatrice Claire Roe, come nel caso di Albuquerque, ha uno stile grezzo e spigoloso. L’albo si conclude con la seconda parte dello speciale Batman Beyond Rebirth. Per ciò che concerne Terry McGinnis, il Batman del futuro, comunque, bisognerà attendere la serie vera e propria per farsi un’idea precisa.

L’abile Dan Jurgens lo colloca a Neo-Gotham, tormentata da una banda di teppisti, i Jokerz, che, come si può intuire, ha come modello il Clown del Crimine.

Pure Jurgens insiste sull’azione, senza badare all’introspezione, e la lettura si riduce a un mero passatempo e stop. L’estro grafico di Bernard Chang conferisce dinamismo alle tavole. Nel complesso, però, il quindicinale, almeno per il momento, merita poco più di una sufficienza e solo All-Star Batman sembra essere degno di nota.

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