Walter Dice: Director’s Cut di Dario Sicchio & Lorenzo Magalotti | Recensione

Pubblicato il 11 Maggio 2017 alle 10:00

Walter ha subito per tutta la sua vita ma ora ha detto basta ed ha deciso di vendicarsi!

Cavalcando quella che sembra essere una prolifica ondata di nuovi talenti, la quale si fa conoscere grazie a quella forma “nuova” di fumetto che è il web comic, Magic Press ripropone in volume Walter Dice di Dario Sicchio e Lorenzo Magalotti.

Protagonista della storia è il taciturno e remissivo Walter vittima di soprusi e prepotenze a partire dal suo capo che ha iniziato a sfruttarlo passando alla sua padrona di casa che ha distrutto l’ufficio in cui avrebbe potuto realizzare il sogno di mettersi in proprio e soprattutto dalla moglie che ha iniziato a tradirlo con uno dei suoi colleghi.

Già dopo una dozzina di pagine capiamo che però Walter è stanco ed ha deciso di vendicarsi attuando un piano complesso che comporterà una spirale di violenza e che non risparmierà nessuno forse neanche sé stesso.

Il plot imbastito da Dario Sicchio è apparentemente semplice – si tratta alla fine di una storia di vendetta – ma l’abilità è quella dei grandi “giallisti” e cioè quella di far incastrare situazioni apparentemente sconnesse in un mosaico che solo nelle ultime pagine mostrerà la sua vera natura.

Per fare questo lo scrittore preme su due aspetti: il ritmo e la caratterizzazione del protagonista.

Da un lato infatti non si tratta solo di dare un ritmo incalzante alla narrazione quanto piuttosto, cambiando spesso bruscamente il punto di vista della narrazione cioè passando a quello di Walter, offrire delle nervose accelerazioni che spesso coincidono con scariche di adrenalina che aumentano il senso di irrequietezza e facendolo crescere esponenzialmente nel corso del volume.

Indubbio anche il lavoro svolto sull’inquietante protagonista Walter – che ricorda nell’aspetto il Michael Douglas di “Un Giorno di Ordinaria Follia” – con il team creativo impegnato nel creare un protagonista “passivo”.

In tal senso non è facile costruire un personaggio che subisce per la maggior parte delle pagine che costituiscono i vari capitoli per poi esplodere in una folle lucidità – ed è proprio questo che rende Walter inquietante: nel corso della storia capiamo che ha subito un torto e quasi siamo “costretti” ad appoggiare il suo piano per ottenere vendetta arrivando spesso a “tifare” per lui salvo poi iniziare a dubitare che forse Walter non è un semplice sprovveduto ma un diabolico calcolatore.

Ritornando alla similitudine con Michael Douglas è l’elemento degli occhiali quello più significativo: le spesse lenti che nascondo quasi perennemente gli occhi di Walter, banalmente “lo specchio dell’anima”, e che potrebbero tradirlo mostrando la sua natura di predatore.

Le matite di Lorenzo Magalotti sono perfette nel contribuire alle atmosfere oppressive tratteggiando con linee melliflue personaggi secondari facilmente riconoscibili ed accentuandone le caratteristiche fisiche lasciandoli così “presentarsi” da soli.

Quello che però colpisce maggiormente del disegnatore è un sapiente uso delle inquadrature e della luce che, con una strizzatina d’occhio al cinema di Refn, gli permette di confezionare tavole il cui storytelling – cioè la capacità di potersi leggere anche senza badare ai diaologhi – è la vera marcia in più.

Walter Dice non è solo una storia di vendetta e non colpisce solo per la sua morbosa ricerca da parte del protagonista ma colpisce perché parte da ansie concrete ed attualissime per una intera generazione – lavoro, casa, amore – portandole alle estreme conseguenze.

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