Satanik 24 – Sbattito d’Ali di Vampiro – Il Suo Nome era Satanik – Ultimo Atto: Recensione

Pubblicato il 8 Novembre 2011 alle 18:21

Si conclude la riproposta delle più celebri storie della Rossa del Diavolo, con lo sconvolgente epilogo dell’inquietante e avvincente saga della perfida strega creata dal magico duo Magnus e Bunker!

Satanik vol. 24

Sbattito d’Ali di Vampiro – Il Suo Nome era Satanik – Ultimo Atto

Autori: Max Bunker (testi), Dario Perucca (disegni)
Casa Editrice: Mondadori
Provenienza: Italia
Prezzo: € 7,95, b/n

In questi ultimi mesi mi sono soffermato un paio di volte sulla riproposta delle più celebri storie di Satanik, grazie alla bella edizione realizzata da Mondadori, in collaborazione con la Max Bunker Press, e non solo a causa dell’indubbia qualità del prodotto ma anche perché le intricate e appassionanti vicende di Marny Bannister, alias Satanik, sono un classico del fumetto italiano. La Rossa del Diavolo, infatti, creata negli anni sessanta dal grande Luciano Secchi e disegnata dall’altrettanto grande Magnus, ha segnato un’epoca, al pari di Kriminal e Alan Ford.

In particolare, Kriminal e Satanik (insieme al Diabolik delle sorelle Giussani) ebbero una valenza fortemente eversiva per gli standard fumettistici dei sixties, soprattutto per ciò che concerne le psicologie dei personaggi. Il lettore non aveva a che fare con eroi incorruttibili ma con esseri perfidi e amorali che, in contesti più tradizionali, sarebbero stati definiti cattivi. Satanik, nello specifico, era il male. Assassina, ladra, spia, strega e, per un periodo, persino agente segreto; ma sempre perfida e letale: era questo Satanik e furono tali caratteristiche, oltre all’indubbia carica erotica, i motivi del grande successo di vendite ottenuto.

Come ho scritto nelle recensioni precedenti, le storie di Satanik hanno il sapore di un’epoca, quella degli anni sessanta del boom economico e pure della lenta, ma costante, evoluzione dei costumi sociali italiani. Satanik simboleggiò la nascente rivoluzione sessuale, con la donna che ricopriva un ruolo di primo piano, non più relegata a mero angelo del focolare. Le avventure presentate nei ventitre volumi che precedono quest’ultima uscita, tuttavia, pur essendo, per ciò che concerne la scansione narrativa, sorprendentemente moderne e attuali, risentono chiaramente di quel periodo storico.

Però c’è da chiedersi: Satanik potrebbe avere un senso oggi? La risposta ce la fornisce lo stesso Secchi in questo numero conclusivo che include due avventure, realizzate nel 2004 e nel 2008. La prima, intitolata ‘Sbattito d’Ali di un Vampiro’, è tratta dal n. 2 di Max Graphic Novel, e si svolge, appunto, in epoca contemporanea. Satanik è ufficialmente morta. E, dopo una trentina d’anni, Trent, l’acerrimo nemico della Rossa, dirige una sezione della polizia specializzata in casi legati al paranormale (alla X-Files, insomma). A quanto pare, il terribile Mjorek, capo della setta dei vampiri un tempo affrontati da Satanik, è ricomparso. Ma se c’è quest’ultimo in giro, può la bella Marny essere lontana?

Secchi, con questa storia, dimostra che un personaggio valido lo è in svariati contesti e Satanik non fa eccezione. Ora sembra essere più uno spirito impalpabile e infido, a mo’ di succube, specie se confrontata alla donna degli esordi, ma tale variazione è efficace e l’autore delinea una story-line intrigante, dai toni horror.

Il secondo episodio, ‘Il Suo Nome Era Satanik’ (corredato da un’appendice: ‘Ultimo Atto’) è invece tratto dal primo numero de Le Monografie ed è un’opera particolare, anche perché imperniata non solo su Satanik ma pure su Beverly Kent, altro character inventato da Secchi, avvenente psicologa spesso coinvolta in situazioni pericolose. Beverly ha in cura una donna che soffre di sdoppiamento della personalità. Durante le sedute, sotto ipnosi, afferma di essere Satanik. Ma è veramente così o è solo suggestione? E Satanik cos’è diventata? Uno spettro pronto a possedere chiunque per i suoi scopi? Neanche in questo caso manca Trent e la vicenda ha il pregio di farsi leggere con piacere.

Che dire, dunque, della Satanik più recente? A mio avviso, Marny potrebbe benissimo essere riutilizzata, in una versione più vicina al gusto odierno, e lo stesso Secchi, con testi incisivi e dialoghi, come sempre, azzeccati, dimostra di non perdere colpi. A disegnare le storie è Dario Perucca, che ha collaborato molte volte con Secchi. Senza fare inutili e inappropriati paragoni con il divino Magnus, basta dire che Perucca fa un ottimo lavoro. La sua Satanik è meno ambigua di quella classica e più ‘fisica’ (non manca, di tanto in tanto, la bella Marny in versione ‘nature’, mentre invece in passato, per motivi di censura, Magnus preferiva accennare piuttosto che mostrare esplicitamente), ma risulta piacevole. Perucca, inoltre, sa caratterizzare ogni personaggio, con una buona cura degli sfondi e un’abile impostazione del lay-out. Di conseguenza, l’ultimo tassello della riproposta di Satanik è da tenere d’occhio. C’è da ringraziare, dunque, Secchi e la Mondadori per questo revival e da augurarsi che ci possano essere analoghe iniziative in futuro.

Voto: 7 ½

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