Morte Allo Zar [Recensione]

Pubblicato il 17 Aprile 2017 alle 10:00

Arriva un nuovo volume di Historica! Chi era il governatore Romanov, zio della zar Nicola III, e per quale ragione il popolo lo vuole morto? Scopritelo in questa splendida opera scritta da Fabien Nury e disegnata da Thierry Robin!

I lettori di Historica sono ormai abituati a leggere opere di qualità sopraffina e questo nuovo volume della collana non fa eccezione. Morte allo Zar è un altro straordinario ritratto di un’epoca storica drammatica, caratterizzato da testi profondi e introspettivi e da dialoghi intensi. Lo scrittore Fabien Nury si è concentrato sulla tragica figura di Sergej Aleksandrovic Romanov, zio dello zar Nicola III, appartenente alla celebre e potente famiglia dei Romanov, appunto.

L’autore si occupa degli attentati da lui subiti ma non si limita a svolgere un semplice resoconto storico. La trama ha infatti un ritmo narrativo serrato e coinvolgente e non mancano gli influssi della spy story. La figura di Sergej ha catturato spesso l’attenzione di scrittori, drammaturghi e artisti di vario tipo, e Nury si è fatto suggestionare dalle opere di Andreev, Gul, Savinkov, Belij, Camus e Conrad. Quest’ultimo è piuttosto significativo e in effetti i testi a volte hanno un’impostazione conradiana.

Tuttavia, un ruolo preponderante lo svolge anche un uomo dai nomi molteplici che agisce per conto di un gruppo eversivo, il cui unico obiettivo è appunto quello di eliminare Sergej. Innanzitutto, chi è costui? Lo zio dello zar è un uomo abbastanza mite, insicuro e a tratti persino pavido. Non sembra avere grandi doti politiche e svolge quasi suo malgrado il ruolo di governatore generale per conto dello zar,  costretto a sopportare l’odio di un popolo affamato che lo considera, forse erroneamente, l’unico responsabile del proprio disagio esistenziale.

Nury ci offre il ritratto di un uomo solo, non amato dai sottoposti. Un individuo che recita il ruolo di marito e padre quando invece non è attratto dalle donne, essendo segretamente omosessuale, e non ha neanche concepito la bambina che tutti considerano sua figlia.

Ma è pure una persona che, rendendosi conto di vivere in una situazione di pericolo, cerca di difendersi, non esitando a causare centinaia di morti. Di fatto Nury descrive un personaggio che si trova in un contesto sociale che non comprende. Da una parte c’è lui e dall’altra parte il resto del mondo.

Questo è ciò che comunque ci viene presentato nel primo capitolo. Nel secondo, invece, Nury cambia prospettiva e tutto viene narrato dal punto di vista di Georgi, membro di una cellula terroristica. Tocca a lui eliminare Sergej e a questo scopo non esita a manipolare, usare e sacrificare i suoi compagni.

E’ spietato e, questo il dettaglio più inquietante, non è animato da una voglia di giustizia sociale. Non ha ideali. Non crede davvero ai moti rivoluzionari. La missione che lo vede impegnato è per lui l’occasione di liberare i suoi istinti omicidi e le sue pulsioni malvagie. In pratica, non è migliore di Sergej.

Morte allo Zar, quindi, ci fa entrare prepotentemente prima nella psiche di un regnante decadente e libertino e poi in quella di un assassino. E ciò avviene grazie ai testi analitici e incisivi di Nury. La story-line è poi interrotta da stralci di diario, lettere, dispacci, articoli di giornale e rapporti investigativi. Abbiamo dunque a che fare con una sceneggiatura molto inventiva.

I disegni sono di Thierry Robin. Il suo è un tratto aspro, nervoso e spigoloso che non concede nulla alle leziosità e all’estetica. Non ha un’impostazione naturalistica e potrebbe a prima vista risultare sgradevole. In realtà, il penciler si collega a certi esiti visivi dell’espressionismo e il lay-out è mutevole e imprevedibile.

Vignette minuscole si alternano ad altre di notevoli dimensioni, le sequenze d’azione non difettano di dinamismo e i primi piani di matrice cinematografica gli consentono di esprimere in maniera efficace le emozioni violente che animano i protagonisti.

In definitiva, Mondadori Comics propone, per l’ennesima volta, un fumetto di grande valore che piacerà agli estimatori della bd e a coloro che cercano una lettura in grado di intrattenere e far riflettere.

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