Art Ops, la nuova serie Vertigo [Recensione]

Pubblicato il 23 Febbraio 2017 alle 10:00

Le opere d’arte sono vive! Forse anche troppo e se decidono di agire per conto loro vanno tenute sotto controllo! C’è bisogno dunque dell’Art Ops, la squadra di agenti protagonista di una nuova, incredibile serie Vertigo!

Quando Karen Berger negli anni ’80 varò la divisione editoriale Vertigo della DC, non propose solo serie incentrate sui personaggi del filone mistico/esoterico della casa editrice ma pure altre dai toni anti-convenzionali e sperimentali.

Di conseguenza, autori trasgressivi del calibro di Grant Morrison e Peter Milligan ebbero modo di pubblicare lavori che definire stravaganti è un eufemismo. Negli ultimi tempi, tuttavia, la Vertigo è stata ridimensionata e non si sono visti molti comic-book in linea con lo stile dei vecchi tempi.

Art Ops, collana ideata da Shaun Simon, evoca proprio l’attitudine eversiva della Vertigo classica, tanto che sia l’idea sia i testi fanno pensare al Grant Morrison di Sebastian O, per esempio, o al Peter Milligan di Enigma. Art Ops è infatti folle, psichedelica e inclassificabile.

Si tratta di uno spiazzante mix di spy story, elementi supereroici e atmosfere allucinanti. Come è facile intuire dal titolo, il tema di fondo della testata è l’arte.

Pur essendo americano, nonché componente dell’indie band Pencey Prep, Simon è senz’altro influenzato dalla scuola britannica dei comics e in questo tp che include i primi cinque numeri della testata originale ha delineato una story-line stravagante.

Innanzitutto, introduce Regina Jones, leader di un’organizzazione denominata Art Ops che si occupa di crimini riguardanti gli ambienti artistici. Ma nel pazzesco universo della serie il pericolo è rappresentato non tanto da ladri e collezionisti ma dalle stesse opere d’arte.

Ebbene sì. Le opere d’arte sono vive e i soggetti delle tele così come le statue ogni tanto hanno il pessimo vizio di andarsene in giro a combinare guai. E se esistono opere d’arte buone, come la Monna Lisa di Leonardo, ce ne sono altre malvagie. Dopo una missione, Regina Jones e i suoi agenti scompaiono e il mistero della loro sparizione è uno degli elementi principali della trama.

Sono rimasti in circolazione solo il Corpo, una specie di supereroe al servizio dell’Art Ops che ha l’ingrato compito di badare a Monna Lisa, e soprattutto Reggie, il figlio di Regina, che ha un braccio composto da colori nello stile dell’action painting di Jackson Pollock.

Ben presto i due rimangono coinvolti in una serie di situazioni assurde e pericolose, in compagnia di Izzy, una splendida ragazza anni ottanta, e dell’adolescente J. Favolosa, una teenager alternativa.

Preparatevi quindi ad avere a che fare con Monna Lisa abbigliata in stile punk, con la statua del David resa mostruosa da una artistoide psicopatica, con criminali bislacchi come l’inquietante Figura A che pare uscito da un episodio di Doom Patrol di Morrison, con graffiti che di colpo escono dai muri e attaccano i passanti e con un quadro sconosciuto di Leonardo, Bruno, che un tempo si era già liberato dalla cornice e si era reso colpevole degli efferati omicidi attribuiti poi a Jack lo Squartatore.

Ma queste sono solo alcune delle invenzioni di Shaun Simon che scrive testi e dialoghi incisivi e sarcastici, citando il punk rock, la pop art, la cultura underground e innumerevoli movimenti creativi ed artistici. Art Ops, inoltre, è da tenere d’occhio per i disegni.

Il penciler è infatti l’acclamato Mike Allred, apprezzato per X-Statix, Madman, Red Rocket 7, iZombie e altri gioielli. Mike è appropriato per una saga come questa. Il suo tratto pop, influenzato da Warhol e Lichtenstein, è perfetto per le vicende immaginate da Simon.

In alcuni episodi è coadiuvato da Matt Brundage e Rob David e molte pagine sono ricche di dettagli che si richiamano all’estetica pop e ai cartoni animati e non mancano deliziose strizzatine d’occhio ai suoi fan (in una vignetta appare il viso di Madman).

Evidente, inoltre, la sua sensibilità punk (la tavola che rappresenta il bagno sporchissimo del leggendario CBGB’s, con tanto di omaggi ai musicisti che vi si esibivano, è da incorniciare!).

Da dieci e lode i colori di Laura Allred, moglie di Mike e sua frequente collaboratrice, che a volte usa tonalità cupe e in altre si concede scelte cromatiche vivide e intense che fanno pensare agli esiti artistici degli espressionisti astratti e della grafica hippie degli anni sessanta.

Insomma, Art Ops è una serie originale e intrigante che fa ben sperare per il futuro della Vertigo. Da non perdere.

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