Recensione: Adam Strange L’Uomo dei Due Mondi

Pubblicato il 4 Settembre 2011 alle 10:50

Una cupa space opera con protagonista uno dei più suggestivi eroi cosmici del DC Universe, graficamente interpretato dai geniali fratelli Kubert!

Adam Strange L’Uomo dei Due Mondi

Autori: Richard Bruning (testi), Adam Kubert, Andy Kubert (disegni)
Casa Editrice: Planeta De Agostini
Provenienza: USA
Prezzo: € 11,95, 16,8 x 25,7, pp. 144, col.

Una delle caratteristiche dei due principali universi supereroici, quelli, cioè, Marvel e DC, consiste nell’esistenza di eroi che, dal punto di vista della popolarità, non sono certamente paragonabili ai ‘grossi calibri’ ma che, tuttavia, possiedono fascino e carisma innegabili. Tali characters vengono spesso e volentieri definiti minori; ma sovente le loro storie non hanno nulla da invidiare a quelle di supereroi famosissimi. Anzi, in numerose occasioni, leggendo serie e miniserie imperniate su simili creazioni, ho avuto modo di rilevare una cura e una qualità che non sempre si trovano nei comic-book che magari vendono tantissime copie mese dopo mese.

Nello specifico del DC Universe, un eroe come Adam Strange rientra nel discorso. Se dovessimo classificarlo, lo inseriremmo nella categoria ‘cosmica’. In un certo qual modo, e facendo le debite proporzioni, mi fa venire in mente il Capitan Marvel della Casa delle Idee; anzi, la sua prima versione, quella con il costume verde e bianco. Adam Strange, analogamente al Kree Mar-Vell, deriva essenzialmente dalla fantascienza di impostazione classica e agisce in contesti da space-opera.

Alcuni, in tempi più recenti, lo ricorderanno per avere avuto un ruolo in 52; e anche per la bella rilettura che l’Andy Diggle di The Losers ha realizzato. Tuttavia, è disponibile una miniserie, a mio avviso, di gran lunga superiore a quella di Diggle. Originariamente pubblicata verso la fine degli anni ottanta in tre numeri, Adam Strange: The Man of Two Worlds, scritta da Richard Bruning e disegnata dagli ottimi fratelli Kubert, non è affatto da ignorare.

Adam è il difensore ufficiale del pianeta Rann, uno dei tanti mondi facenti parte del complesso multiverso DC e, da buon eroe che si rispetti, nel corso della sua esistenza editoriale si era confrontato con alieni, minacce intergalattiche, tiranni spaziali: insomma, con concetti e situazioni della space-opera più convenzionale.

L’efficace Richard Bruning parte, ovviamente, da questo modello ma approfondisce dettagli che fino a quel momento erano rimasti in sospeso o che nessun autore aveva mai affrontato: l’infanzia di Adam sulla terra, per esempio; il periodo della sua adolescenza e, soprattutto, i complessi rapporti psicologici ed emotivi che lo legano a Rann e alla sua cultura. Pur essendo un fumetto basato, lo ripeto, su atmosfere da space-opera, la miniserie non è solare. Le situazioni descritte da Bruning sono fortemente drammatiche e c’è un tono di cupezza, malinconia e pessimismo che non lasciano indifferenti, e che conferiscono alla story-line una carica di forte suggestione.

I dialoghi sono sorprendentemente profondi, considerando che si tratta di un prodotto comunque mainstream e non ‘for mature readers’ e di sicuro Adam Strange costituirà una lieta sorpresa per coloro che ancora non l’hanno letto. Ma pure la parte grafica è pregevole e non potrebbe essere altrimenti, poiché ad illustrare l’angosciante e claustrofobica sceneggiatura di Bruning sono i magici fratelli Kubert.

Credo che tutti gli utenti conoscano le innegabili capacità illustrative di Adam e Andy. Però Adam Strange, da questo punto di vista, è da segnalare perché la miniserie fu uno dei primissimi lavori dei due pencilers. Figli del leggendario Joe, uno dei maestri indiscussi dei comics a stelle e strisce, in quel periodo Andy e Adam stavano ancora cercando una loro strada nella difficile industria fumettistica. E in Adam Strange, inoltre, i due lavorarono insieme, alternandosi ai disegni e alle chine, tanto che il tratto della miniserie è un riuscito mix dei rispettivi stili.

Inutile puntualizzare che l’effetto è piacevole, benché in diverse sequenze i due abbiano forse insistito troppo con i giochi d’ombra e i chiaroscuri (benché appropriati per la drammaticità della trama e per le architetture aliene che fungono da sfondo della narrazione). In parole povere, se volete quindi conoscere un DC hero ingiustamente trascurato e regalarvi una bella lettura fantascientifica, con ottimi disegni, Adam Strange è ciò che fa per voi.

Voto: 8

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