Justice League Dark – Recensione

Pubblicato il 30 Gennaio 2017 alle 14:20

In tutto il mondo si verificano terribili fatti di sangue scatenati da invisibili forze sovrannaturali che la Justice League non è in grado di fronteggiare. Batman decide quindi di riunire alcuni mistici ed esperti di occultismo che possono affrontare l’avversario sul piano esoterico: John Constantine, Zatanna, Deadman, Etrigan il Demone e Swamp Thing. La Justice League Dark.

Figlia del grande reboot fumettistico del 2011, la Justice League Dark è stata creata da Peter Milligan per riunire alcuni dei più grandi supereroi mistici del DC Universe. L’idea è stata apprezzata da Guillermo del Toro che ha cercato di mettere in cantiere una trasposizione cinematografica ora ereditata da Doug Liman. Viene preceduta dal nuovo episodio della saga d’animazione direct-to-video diretto da Jay Oliva, che ha già firmato alcuni dei titoli più interessanti della collana.

Ormai appare chiaro che, sia nel DC Universe cinematografico live action che in quello animato, il filo conduttore sia Batman, qui alla stregua di un Nick Fury che mette insieme il nuovo team ma poi resta perlopiù spettatore degli eventi limitandosi a cacciare qualche grugnito ogni volta che assiste a qualche stramberia esoterica. Anche gli altri elementi della Justice League fanno una forzosa comparsata, un po’ come nel precedente Justice League vs. Teen Titans che, nonostante il titolo, era totalmente incentrato sul giovane team di supereroi.

Matt Ryan, già interprete di Constantine nella fallimentare serie tv NBC, presta la voce alla sua controparte animata. E’ ancora un sarcastico imbroglione ma siamo lontani dal tagliente cinismo, dal tono hard-boiled e dall’umorismo nero che contraddistingueva il personaggio in alcune memorabili story-arc di Hellblazer, qui calato in un contesto troppo fantasy e poco realistico. E, manco a dirlo, non lo vediamo mai fumare. Non un semplice dettaglio, bensì un fondamentale elemento di caratterizzazione nella versione originale.

Zatanna (Camilla Luddington) è l’unico elemento femminile della storia, ad eccezione della brevissima presenza di Wonder Woman (Rosario Dawson), ed è vivacizzata dai battibecchi con Constantine, col quale ha dei burrascosi trascorsi sentimentali. Deadman è riletto in chiave leggerissima e gli vengono affidate le gag comiche del caso.

Il legame tra Etrigan il Demone e Jason Blood è uno dei principali motori emotivi della storia con una svolta finale importante. Ridotta al minimo la presenza del naziecologista (si fa per ridere) Swamp Thing ed è totalmente inutile il suo assalto nella battaglia finale. Funzionale Black Orchid, manifestazione della Casa del Mistero che funge da Hall of Justice per il team.

I demoni sono la metaforica rappresentazione di disagi psicofisici, da depressione e tendenze suicide a malattie terminali. Mali contro i quali i muscoli della Justice League non possono nulla, a parte Batman, abituato allo squilibrio mentale dei suoi avversari. Il divieto ai minori è giustificato da alcune violente sequenze esplicite in apertura. Più goliardico il mostro fatto di escrementi (come il demone di cacca in Dogma di Kevin Smith) che attacca i protagonisti.

Gli elementi esoterici sono usati in maniera ludica e leggera e sono un pretesto per vedere i personaggi scagliarsi raggi di energia e mostri che fanno a pugni. Il livello d’animazione, purtroppo, non si evolve rispetto ai titoli precedenti e lo stile estetico è conforme agli altri film della continuity principale senza un propria distintiva autorialità.

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