Recensione: Project SuperPowers vol. 1-2

Pubblicato il 3 Settembre 2011 alle 12:49

Tornano alla ribalta delle vecchie glorie ormai dimenticate, saranno al passo coi tempi? Ce lo diranno Alex Ross e Jim Krueger

Project SuperPowers vol. 1-2

Autori: Alex Ross e Jim Krueger (testi), Stephen Sadowski, Douglas Klauba, Carlos Paula, (disegni).
Casa editrice: Panini Comics (su licenza Dynamite Entertainment).
Provenienza: Stati Uniti.
Prezzo: 12 Euro cad.

Poco entusiasmante e molto confusionario questo primo capitolo (in otto parti) del Progetto “Superpowers” ideato dal dinamico duo Kruger & Ross che da tempo si segnalano per opere di questo tipo, a partire dalla famosissima trilogia di Terra X (Marvel), passando per Justice (DC) fino a miniserie più recenti come Vendicatori contro Invasori (ancora Marvel); che entrambi siano super-appassionati di super-eroi, e in particolare quelli della Golden Age, è fuori da ogni dubbio, così come ogni loro opera può considerarsi un sentito omaggio al genere, ma quello pensato per la Dynamite Entertainment non è certo il loro “progetto” migliore.

Pubblicata qui da noi nel 2009 dopo un discreto successo in patria – a sentire le solicits Panini “La miniserie evento del 2008 finalmente in Italia dopo aver sbancato pubblico e critica statunitense!” (addirittura!), forse un po’ esagerando –, questa prima miniserie ha il merito di riportare in auge uno stuolo di vecchissimi personaggi della Golden Age e che per la maggior parte non era neanche più sotto copyright; il numero di “riesumazioni” è decisamente impressionante, arrivando vicino alla sessantina (!), pescati a piene mani dagli archivi ormai di pubblico dominio della Fox Comics, della Crestwood Publications e dalla Better Publications (poi Nedor, poi Standard e infine Pines Publications), che si gettarono nel genere supereroistico soprattutto dopo il successo di Superman e Batman alla fine degli Anni ’30.

Se l’intento è lodevole, l’esecuzione lo è un po’ meno, avendo dato più peso (o forse semplicemente troppo) al numero di eroi da ripescare che non ad una loro appropriata ricostruzione e introspezione a livello narrativo (cosa a cui dovranno obbligatoriamente porre rimedio nei seguiti); la trama infatti è abbastanza essenziale, funzionale al massimo nel buttare in campo quanti più personaggi possibile, con inevitabile conseguente confusione nella gestione di tutta la storia.

Tutti questi eroi infatti sono stati imprigionati nel Vaso di Pandora (una sorta di manufatto dotato di poteri magici), alla fine della Seconda Guerra Mondiale da uno di loro, Fighting Yank, seguendo le indicazioni del fantasma di un suo antenato probabilmente tratto in inganno da oscure entità; ora lo stesso viene esortato a liberarli dallo Spirito Americano (altra misteriosa entità, che però si rischia di confondere con quelle malvagie del prologo man mano che la vicenda si sviluppa), in quanto la dipartita di tutti gli Eroi ha privato il mondo delle difese in grado di contrastare il Male che nel frattempo ha prolificato senza sosta.

Ecco quindi che i prigionieri di questo strano limbo vengono liberati uno alla volta, alcuni affetti da amnesie, o da mutamenti dei loro poteri, altri desiderosi di vendetta contro Fighting Yank, ritrovandosi però catapultati decenni nel futuro in un mondo dove governa un regime che ignorano e infuriano già numerosi conflitti di cui non sanno assolutamente nulla; abbiamo quindi un nutrito manipolo di eroi confusi (e di cui noi lettori non conosciamo quasi nulla, nemmeno i poteri che talvolta sono anche bizzarri), scagliati in uno scenario a sua volta abbastanza caotico, che si riducono spesso a combattere, senza sapere bene perché, generici antagonisti (i diversi corpi di polizia privata o di soldati di alcune misteriose multinazionali), tra cui spicca una loro vecchia conoscenza che però per noi lettori è altrettanto sconosciuta come tutti gli altri.

I vari avversari sembrano ridursi a meri strumenti, necessari per le diverse scaramucce ma buttati lì in ordine sparso, tanto per dare un po’ di consistenza e azione alla trama e a dirla tutta, abbastanza insipidi e vacui, appunto perché poco o per nulla caratterizzati; i veri nemici, ovvero chi si cela dietro le mega-corporazioni mondiali, rimangono abbastanza impalpabili, celati e oscuri fino all’ultimo, forse a cercare un colpo di scena finale, ma dopo una serie di sequenze disordinate non si esulta certo per lo svelarsi di un nemico (o addirittura più d’uno) che continua a restare comunque anonimo ai più.

Dialoghi non sempre chiarissimi, un po’ per le situazioni sempre più caotiche che si vengono a creare, un po’ anche per i vari riferimenti dei personaggi (comunque troppo numerosi) che parlano tra loro (e che noi lettori non possiamo riconoscere e quindi capire sempre fino in fondo), fanno il resto; i disegni dei diversi autori presi di per sé, sono tutt’altro che disprezzabili, anzi molto classicheggianti e quindi perfetti per creare la giusta atmosfera e per riprendere degnamente il design grafico di tutti questi eroi, però la parte testuale e quella grafica non sembrano amalgamarsi sempre a dovere, alcune sequenze presentano qualche sbavatura (soprattutto nelle fasi più concitate dell’azione), e con una sceneggiatura così debole si ottiene come risultato una sorta di non-storia raccontata pure male.

Sarebbe però ingiusto bocciare del tutto questa iniziativa, visto che tutti questi eroi un certo fascino e una sorta di presenza scenica molto suggestiva in parte li suscitano; certo, dato l’alto numero di ripescati non si potevano sicuramente presentare tutti in una volta (e meno male, già così la confusione abbonda), infatti la stragrande maggioranza appare di sfuggita, a malapena sullo sfondo o addirittura non compare affatto (ma la scopriamo raffigurata nei disegni di appendice), con l’azione che viene giocoforza concentrata su un numero ristretto di protagonisti principali, ma ciononostante si ha l’impressione di stare di fronte a una sarabanda di eroi buttati nella mischia senza molto criterio, in una lotta senza né capo né coda fine a sé stessa (ma c’è l’oscuro mega-piano finale, appena accennato, che dovrebbe giustificare almeno un po’ di cose, utili per i seguiti).

Per fortuna le poche note negli extra (ricche soprattutto di disegni e schizzi, bellissimi peraltro), sorta di diario personale di Fighting Yank, aiutano, sebbene solo in parte, a migliorare la comprensione ma non bastano a tappare le falle di una trama che sembra assemblata con poca logica.

Rimangono se non altro impressi positivamente alcuni personaggi, anche grazie a quella “presenza scenica” di cui si diceva in precedenza, su tutti sicuramente Black Terror (dal costume nero col teschio disegnato sopra, così abbiamo finalmente capito a chi si sono ispirati Conway e Romita per creare il look del Punitore negli Anni ’70), lo “scavezzacollo” Daredevil (ora Death-Defying ‘Devil per ovvi motivi di copyright), dal singolare costume a scacchi rossi e blu e i boomerang come arma (e non cieco, bensì muto, ma il riferimento dovrebbe essere chiaro a tutti) e il Lama Verde dai poteri identici a quelli dello Swamp Thing dopo la cura di Alan Moore; e non sono i soli, perché sfogliando i bellissimi disegni di appendice di Alex Ross, se ne scoprono anche altri stranamente familiari, sia per il nome che per il costume, come un certo Sinistro Mietitore (che ricorda un po’ il villain dei Vendicatori), ovviamente La Freccia (una sorta di Robin Hood/Freccia Verde ma in rosso), Brad Spencer/Wonderman (anche qui, l’accostamento col personaggio più noto dalle pagine dei Vendicatori non è peregrino), La Venere Nera (molto simile alla Vedova Nera col secondo costume di pelle attillata), The Hood dal costume praticamente uguale al primo Atom della JSA, Cat (e Kitten), identico al Cat-Man ora noto personaggio della Suicide Squad della DC, ma da decenni avversario di Batman (soprattutto Pre-Crisis) e Big Blue ovvero il Blue Beetle originale dei primi Anni ’40 della Fox Comics (che dopo il fallimento Victor Fox vendette alla Charlton, che a sua volta lo cedette successivamente alla DC), anche qui il nome è stato cambiato per motivi di copyright.

Il successo di questa prima miniserie in patria, che nonostante ciò non definirei lo stesso brillante, ha consentito lo sviluppo di alcune mini incentrate proprio su singoli personaggi (Black Terror in primis) e del seguito, Project Superpowers Chapter II, che si spera più interessante e con una delineazione più chiara di buoni e cattivi e relativi scopi, uscito da noi col primo volume sempre per Panini a metà di Aprile di quest’anno.

Qui di seguito riportiamo un piccolo pannello riassuntivo dei diversi protagonisti principali di questa prima miniserie, con nome di battaglia, (eventuale) identità civile e qualche nota; questo elenco assieme ai disegni nelle appendici extra di Alex Ross di tutti i personaggi, può fornire utili indicazioni per orientarsi meglio nella lettura.

Project Superpowers Chapter I.

  • The American Spirit (Lo Spirito Americano).
  • The Arrow (La Freccia), Ralph Payne.
  • The Black Terror (Terrore Nero), Bob Benton.
  • The Claw (L’Artiglio), oggi una organizzazione terroristica internazionale, nella Golden Age era un singolo villain.
  • The Death-Defying ’Devil (Devil lo Scavezzacollo o Devil lo Spericolato), Bart Hill.
  • Dynamic Forces (Forze Dinamiche), la Corporazione che domina e manipola gli avvenimenti del mondo moderno.
  • The Police Corps (Corpi di Polizia), la polizia privata al servizio di Dynamic Forces.
  • Dynamic Man (L’Uomo Dinamico), Curt Cowan/Bert McQuade, ha fatto una fortuna grazie alla sua Dynamic Force.
  • Dynamic Boy (Il Ragazzo Dinamico).
  • Dynamic Woman (La Donna Dinamica).
  • The Supremacy (La Supremazia), un concilio segreto che comanda l’Uomo Dinamico a la sua Corporazione.
  • The Crusaders (I Crociati), soldati con gli stessi poteri (atomici) di American Crusader (Il Crociato Americano/Archie Masters), prodotti sempre da Dynamic Forces per tutelare i propri interessi nelle diverse guerre sparse nel mondo (di cui spesso è essa stessa causa per meri motivi economici).
  • The F-Troop (Le Truppe F), basate sullo stesso design del mostro di Frankenstein; vengono utilizzati cadaveri di soldati che opportunamente rianimati finiscono per assomigliare al noto mostro, sono venduti poi al miglior offerente.
  • Fighting Yank, Bruce Carter III.
  • The Flame (La Fiamma), Gary Preston.
  • Green Lama (Il Lama Verde), Jethro “Jet” Dumont.
  • Hydro, Bob Blake (era Hydroman, ma ora il nome è sotto copyright dalla Marvel per il villain di Spider-Man).
  • Masquerade, Diana Adams.
  • Mister Face, Tony Trent.
  • The Owl (Il Gufo), Nick Terry.
  • Pyroman, Dick Martin.
  • Samson (Il Potente Sansone).
  • The Scarab (Lo Scarabeo), Amon Khadul, liberamente basato sullo Scarabeo della Nedor, è praticamente l’unico personaggio di cui si è stravolto completamente il look rispetto alla versione classica (che potete ritrovare invece in Terra Obscura vol.1 di Moore e Hogan).
  • The Target (Il Bersaglio, sono tre eroi che agiscono all’unisono), Niles Reed, Dave Brown and Tom Foster.
  • V-Man, Jerry Steele.

Voto: 6 e 1/2.

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