Venom Cavaliere Spaziale [Recensione]

Pubblicato il 25 Dicembre 2016 alle 10:00

Arrivano le avventure di Flash Thompson nella sua identità di Venom! Ironia e atmosfere cosmiche si susseguono nella maxiserie di Robbie Thompson valorizzata dall’estro grafico del bravissimo e psichedelico Ariel Olivetti!

I fan dell’Uomo Ragno conoscono il terribile Venom che, almeno all’inizio degli anni novanta, ebbe un ottimo riscontro, a causa della sua perfidia. Nella sua originale incarnazione era Eddie Brock, reporter che odiava Peter Parker per svariati motivi, unitosi a un simbionte alieno che lo trasformava in un essere crudele e privo di scrupoli.

Apparve poi un secondo Venom e cioè McGargan, in precedenza conosciuto come lo Scorpione, in pratica uno dei villain più memorabili delle collane di Spidey.

C’è infine un terzo Venom e pure in questo caso è un nome ben noto ai lettori della prima ora. Si tratta, infatti, di Flash Thompson, compagno di liceo di Peter Parker che dopo aver perso l’uso delle gambe durante una missione in Iraq si sottoponeva al Progetto Rinascita 2.0 del governo americano, inteso a creare un supersoldato. Flash si univa al simbionte e iniziava ad agire per conto degli USA con il nome in codice Agente Venom.

Negli ultimi tempi, ha fatto parte dei Vendicatori Segreti e dei Thunderbolts e ora è un membro dei Guardiani della Galassia. Appare però anche in una maxiserie di tredici numeri, Venom Space Knight, incentrata sulle sue avventure in solitario.

Panini Comics ne propone i primi sei e i Marvel zombies si accorgeranno che le ambientazioni cosmiche abbondano. Sebbene Flash sia un ex soldato abituato a combattere in contesti terrestri, è ormai a suo agio nello spazio e rimane coinvolto in situazioni assurde e paradossali.

Il suo rapporto con il simbionte è mutato (perlomeno nei primi episodi) e Flash non è più costretto a tenere a bada gli istinti violenti del suo ospite alieno. L’attuale Venom, dunque, ha a che fare con extraterrestri farseschi, orse dalle dimensioni colossali ma estremamente letali, guerriere galattiche che intendono sposarlo e così via. Tutto sembra mutuato dalle space opera sul genere Star Wars filtrate da una costante ironia.

Lo sceneggiatore Robbie Thompson insiste in effetti sulla comicità, delineando story-line esili e infantili, rivolte a un pubblico che in un fumetto cerca solo un po’ di distrazione e niente di più.

I vari personaggi, a cominciare da un robottino tormentato da pulsioni suicide, sono meri pretesti che servono all’autore per propinare lotte e scazzottate prive di costrutto. Dal punto di vista di testi e trame, quindi, Venom Space Knight è davvero trascurabile.

Ci sono tuttavia i disegni del formidabile Ariel Olivetti a fare la differenza. Il penciler realizza tavole spettacolari, contrassegnate da un mix di matite, stilemi pittorici e contributi digitali, che non possono non catturare l’attenzione e rendono più accettabile la lettura di un prodotto di scarso livello qualitativo come questo.

Vanno tenuti d’occhio inoltre i colori dello stesso Olivetti, cupi e crepuscolari, che conferiscono ulteriore suggestione al suo stile. Nel complesso, quindi, Venom Space Knight potrebbe essere considerato un comic-book pessimo da leggere ma bellissimo da guardare. Ha in ogni caso il merito di proporre un personaggio a suo modo interessante.

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