Trolls – Recensione

Pubblicato il 30 Ottobre 2016 alle 23:15

I Troll sono creature perennemente felici che cantano, ballano e si abbracciano tutto il giorno. I Bergen sono esseri mostruosi e giganteschi che non conoscono la gioia ma scoprono di poterla provare nutrendosi dei Troll che sono così costretti a lasciare la loro patria. Vent’anni dopo, i Bergen trovano i Troll intenti a festeggiare la loro fuga e ne catturano alcuni. La principessa Poppy, ingenua ed ottimista, e Branch, cinico e scontroso, devono unire le forze per salvare i loro amici.

Trolls poster

Hanno la pelle color confetto e lunghi ciuffi morbidi, sniffano glitter, defecano letteralmente cupcake, sprizzano melodie da tutti i pori e sono così affettuosi e zuccherosi da far sembrare i Puffi dei depressi. Insomma, i Troll sono esseri insopportabili al punto che si farebbe quasi il tifo per i Bergen. Per fortuna c’è una via di mezzo, il troll Branch, dalla pelle grigia e il ciuffo-arma non convenzionale, che sarà pure cinico e paranoico ma i suoi ammonimenti si dimostrano fondati quando le cose si mettono male.

Create nel 1959 dal danese Thomas Dam, le celebri bambole Troll arrivano sul grande schermo nel nuovo film d’animazione Dreamworks che può essere accostato sul piano tematico al recente Angry Birds pure incentrato su un protagonista asociale che tenta di mettere in guardia una comunità pacifica da un pericolo imminente.

La dicotomia della coppia composta da Branch e dalla principessa Poppy si basa su due estremismi dovuti, in entrambi i casi, all’isolazionismo. Lei si è chiusa in un guscio di felicità e non ha mai dovuto affrontare dei problemi reali. Lui si è dissociato dal resto della comunità ossessionato dall’idea che i Bergen possano trovarli.

Ne vien fuori un’avventura fantasy convenzionale, ambientata in un mondo che pare una cameretta piena di giocattoli trasfigurata attraverso la mente immaginifica di un bambino, popolato di animali di pezza e batuffolose creature di peluche. La storia verte ad una variazione sul tema della Cenerentola disneyana con i Troll che prendono il posto dei topolini cercando di aiutare una sguattera dei Bergen a conquistarne il nuovo imberbe sovrano.

La vera ragion d’essere del film, però, sono le canzoni che vanno da brani originali, marcatamente disneyani, a riarrangiamenti di pezzi popolari. Nella versione originale i due protagonisti hanno le voci di Anna Kendrick e Justin Timberlake, mentre l’adattamento italiano, che lascia molto a desiderare, si affida alle voci di Elisa e Alessio Bernabei.

Tra la depressione e l’estasi perenne, si dovrebbe arrivare ad un compromesso ed è indicativo che il male si annidi anche tra i Troll e ci siano figure positive nei Bergen. Tuttavia il fiume color arcobaleno di buoni sentimenti è straripante e l’argine di cinismo collassa in quello che pare il delirio psichedelico di un hippy.

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