Sandman Mystery Theatre n. 7 [Recensione]

Pubblicato il 4 Settembre 2016 alle 11:25

Le vicende noir del Sandman della Golden Age diventano sempre più drammatiche e Wesley Dodds inizia a interagire con altri giustizieri del DCU! Non perdete il settimo volume di una delle più dirompenti serie Vertigo di sempre firmata dal trasgressivo Matt Wagner!

Quando Karen Berger varò la Vertigo, la divisione editoriale per lettori adulti della DC Comics, si concentrò inizialmente su serie già esistenti dedicate a personaggi inseriti nell’universo narrativo di Superman e Batman. Animal Man, John Constantine, Swamp Thing e altri character, almeno formalmente, agivano nello stesso contesto dei giustizieri in calzamaglia; tuttavia, i legami con le vicende più strettamente supereroiche made in DC erano labili.

Quando nacque la Vertigo i contatti con il DCU sparirono pressoché del tutto. C’era però qualche eccezione. Sandman Mystery Theatre, infatti, era imperniato su Wesley Dodds, il Sandman della Golden Age, componente della JSA.

In origine la Berger aveva proposto la serie a Neil Gaiman che però preferì creare un suo Sandman, il celeberrimo dio dei sogni Morfeo amato da tantissimi lettori. La Berger riprese però in seguito il progetto, affidandolo a Matt Wagner, trasgressivo autore di Grendel e Mage e nome fondamentale del fumetto indie statunitense.

Wagner ideò vicende dai toni noir, spesso affrontando tematiche scottanti, e nel complesso realizzando un ottimo prodotto, coadiuvato da Steven T. Seagle ai testi. In pratica, Sandman Mystery Theatre era un comic-book che si discostava dalle consuete collane DC.

Tuttavia, in una story-line fece apparire Hourman, classico supereroe della Golden Age, sebbene in un contesto più sofisticato. Con tale scelta, Wagner chiarì che Sandman agisce comunque nel medesimo mondo di Supes e compagni.

E in questo settimo tp che include i nn. 37-44 del comic-book originale Wagner va oltre. Da un lato, prosegue con le trame thriller e hard-boiled ma dall’altro si collega appunto al mondo degli eroi in costume. Wesley si è riconciliato con il suo grande amore, Dian Belmont.

Quest’ultima, pur non entusiasta dell’attività di combattente del crimine di Wesley, ha deciso di accettare questo aspetto della sua personalità e inizia ad aiutarlo, in maniera più o meno diretta, nelle sue missioni. Il rapporto tra i due diviene quindi più saldo.

Sandman dovrà vedersela con uno scienziato che ha inventato un’arma micidiale e, per ragioni che verranno spiegate nel volume, è finito sul libro paga di un gangster. Wagner al contempo descrive un’America degli anni trenta intimorita dalla crescente minaccia nazista e alcuni nazisti in effetti giocheranno un ruolo importante nella trama.

E’ qui che Wesley fa la conoscenza di Ted Knight, il primo Starman, e si chiarisce una volta per tutte che Sandman è parte integrante dell’ambiente dei DC heroes. Saranno poi proprio questi episodi a spingere James Robinson a riprendere l’idea in un numero di Starman, scritto in collaborazione con Wagner, e che fu presentato come un ibrido DC/Vertigo.

La seconda story-line presente nel tp è ancora più significativa. Sandman dovrà cercare di catturare uno psicopatico che uccide gli omosessuali evirandoli, dopo averli atrocemente seviziati.

Wagner scrive una delle sequenze migliori della serie, delineando una trama ricca di tensione e pathos, analizzando in maniera profonda le pulsioni più deviate dell’animo umano e descrivendo una squallida realtà di perversioni, traumi infantili e atti incestuosi. Fornisce poi rivelazioni impensabili sul conto di Robert, l’amico cinese di Wesley e volto ricorrente della testata, nonché sul passato universitario dello stesso Wesley.

Anche stavolta Wagner usa due altri storici eroi DC: Crimson Avenger e Jim Corrigan, il futuro Spettro. In pratica, fa un vero e proprio omaggio all’immaginario della casa editrice. Inoltre, con notevole abilità, riesce a collegarsi persino al presente, con un sottile riferimento al Corinzio, il terribile demone apparso nel Sandman di Neil Gaiman.

I disegni sono del penciler regolare Guy Davis che, con il suo tratto evocativo ed evanescente, valorizzato da un tratteggio suggestivo e da chiaroscuri efficaci, rappresenta magistralmente le ambientazioni retrò che sono parte integrante dell’albo.

I bassifondi, i locali malfamati, i sotterranei popolati da psicopatici così come gli uffici dei potenti e le lussuose abitazioni dei quartieri alti sono raffigurati con perizia. Da tenere d’occhio, infine, i primi piani di impostazione cinematografica. Insomma, Sandman Mystery Theatre può piacere sia ai fan della Vertigo sia ai lettori che gradiscono le avventure dei supereroi.

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