Made in Italy #10: Bao Publishing

Pubblicato il 6 Giugno 2011 alle 20:06

Con questo decimo appuntamento inauguro la sezione dedicata alle case editrici italiane. I post comprenderanno una breve scheda, una presentazione ed un’intervista con il team editoriale. Cominciamo!

Nome: Bao Publishing

Altrimenti detto: l’editore che abbaia e morde

Sede: Milano

Data di nascita: Dicembre 2009

Staff: Michele Foschini (Direttore editoriale), Caterina Marietti (Editore), Leonardo Favia (Executive editor), Fabrizio Verrocchi (Art director), Lorenzo Bolzoni (Senior designer), Cliff (Mascotte).

Sito internet e contatti: www.baopublishing.it; twitter.com/Baopublishing; www.facebook.com/baopublishing

Pubblicazioni di punta: Chew (John Layman – Rob Guillory), Red Rocket 7 (Mike allred), La principessa Rose (Jeff Smith – Charles Vess), Mia mamma (è in America, ha conosciuto Bufalo Bill) (Émile Bravo), Tigre!Tigre!Tigre! (Scott Morse), Crazy Hair (Neil Gaiman – Dave McKean), Piccoli Titani (Art Baltazar – Franco Aureliani);

Altre pubblicazioni e titoli annunciati: Il meglio di Simon e Kirby, Sugar Shock (Joss Whedon – Fàbio Moon), Il grande viaggio di Lewis e Clark (Nick Bertozzi); Greendale (Joshua Dysart e Cliff Chiang ispirato all’omonimo album di Neil Young); Riccioli d’oro e i sette orsi nani (Émile Bravo); Justice League Unlimited (Beechen, Storrie & Barberi); Absolution (Christos Gage e Roberto Viacava); Batman: The Brave and the Bold (AA.VV.); I segreti di Burden Hill (Jill Thompson); Inner City Blues (Bruno). Neonomicon di Alan Moore; Il pifferaio di anime (romanzo) di Bill Willingham; l’integrale di Bone di Jeff Smith; Cuba: My Revolution, di Inverna Lockpez e Dean Haspiel; Revolver di Matt Kindt (Super Spy); Dong Xoai, Vietnam 1965 di Joe Kubert; George Sprott: (1894-1975) di Seth; The Atomics, di Mike Allred; BETA di Luca Vanzella e Luca Genovese; Superman –Tarzan: Figli della giungla di Chuck Dixon e Carlos Meglia; La marcia del granchio di Arthur De Pins (Il chiodo fisso). Superman adventures di Paul Dini, Mark Millar ed AA. VV.; Supergirl – Incontri ravvicinati di terza media – di Walker & Jones.

Ho conosciuto la maggior parte degli editori dopo aver cominciato a scrivere di fumetto. Fino a quel momento si trattava di un mondo che conoscevo solo da lontano, poiché troppo spesso gli editori mantengono una certa distanza dai loro lettori, con i quali interagiscono poco, e comunque non in maniera sufficiente da creare una sinergia, un’affezione che vada al di là di quella per il prodotto finale.

Bao Publishing ha fin dal primo momento azzerato questa distanza, proponendosi come una casa editrice indipendente di nuova generazione votata all’interazione ed al confronto con il più vasto pubblico possibile.

La prova è nell’utilizzo dello strumento elettronico che va oltre il “semplice” sito internet riversandosi su tutte le piattaforme multimediali (c.d. social network) da twitter a facebook.

Ed in particolare quest’ultima è stata un incredibile veicolo per il passaparola accentuato sia dalla capacità del team di intrigare i (prima possibili, oggi oserei dire consolidati) lettori svelando a poco a poco i titoli delle opere dei notevoli autori pubblicati o in corso di pubblicazione, sia dall’ormai consolidata prassi di regalare alcune copie dei loro albi ai “taggati” nelle rispettive immagini.

Ma le attività “extra-editoriali” di Bao non finisco qui, e sono tutte, a ben vedere, orientate alla promozione del mondo del fumetto e del rapporto diretto con il pubblico.

E’ appena il caso di menzionare il progetto per co-redattori, che ha consentito ad un fan di partecipare alla vita della redazione inerente a Greendale (tenendo anche una sorta di diario che sarà, ad opera finita, disponibile sul sito internet di Bao), oppure il premio “Le migliori fumetterie del mondo” in cui i lettori hanno potuto votare la loro fumetteria preferita (ne è uscita trionfatrice Comic House di Sarzana n.d.r.).

Senza contare le partnership che Bao Publishing ha offerto ed offre a contest di rilievo come il Premio Imago del Napoli Comicon 2011 (ulteriore riprova per l’attenzione editoriale per il pubblico più giovane, già chiara per una serie di titoli pubblicati e per i numerosi Tour organizzati con l’abilissimo ed affabile Emile Bravo) al Verticalismi 2011 “Women’s Revenge”.

In più alle fiere non delude mai il suo pubblico ed è doveroso sottolineare come dopo la defezione di Grant Morrison il loro fosse a Lucca, l’anno scorso, lo stand con più ospiti internazionali di rilievo con Mike Allred, Scott Morse, e Ken Niimura.

I volumi, è sotto gli occhi di tutti, hanno una veste grafica accattivante, sono resistenti e di ottima qualità, oltre che curati in ogni dettaglio. Un esempio? Il disegno di Cliff, la loro mascotte, in coda ad ognuno di essi, in una versione personale dell’autore del libro. Un altro? Le traduzioni sono impeccabili ed i refusi praticamente inesistenti.

Tutto questo denota abilità e passione di chi ama il fumetto e non lo considera un mero strumento di lucro, un medium di intrattenimento tout court.

Merito in particolare di Michele Foschini e Caterina Marietti, le due anime di questa casa editrice.

Conoscenza e professionalità unite ad una dimensione umana di cui la nostra società è oggi tanto carente.

Era poco più di un anno fa che vinsi uno dei volumi in palio (il bellissimo Pachiderma) ed avemmo il primo formale ma cordiale contatto via e-mail. Oggi mi sento orgoglioso di poterli chiamare amici.

Nel mio caso la barriera editore/lettore non solo è stata ridotta in frantumi, ma dai cocci è stato costruito qualcosa di rara bellezza.

Se non è questo il simbolo di un modo diverso di concepire l’editoria, allora non so cos’altro possa esserlo.

Sono loro i miei ospiti, oggi, nell’intervista “doppia” che segue ed in cui parlano del presente e del futuro di Bao Publishing.

Armando Perna Dopo circa un anno di attività ve la sentite di fare un primo bilancio?

Caterina Marietti L’anno scorso è stato un anno emozionante, abbiamo imparato a muovere i primi passi e abbiamo avute grandissime soddisfazioni. Ogni volta che provo a fare un bilancio il risultato è sempre un libro che pubblicheremo a settembre: Bone. Trovo che sia il miglior bilancia possibile.

Michele Foschini Sembra ieri. È stata una corsa a rotta di collo, ogni mese mi dico “Devo lavorare un’ora in meno al giorno” e poi scopro che potrei lavorare un’ora in più. Anche le tue giornate sono di 49 ore, Armando?

A.P. A volte vorrei che lo fossero, caro Michele… Altre no. Magari finirei anch’io per lavorare di più, ed invece il tempo ulteriore vorrei dedicarlo alle passioni ed alle persone care.

A.P. Facciamo un attimo un passo indietro. A quale episodio riconducete la nascita di questa “casa editrice diversa” che è Bao Publishing? Quali pulsioni vi hanno spinto in questa direzione?

C.M. Io della nascita vera e propria mi ricordo un giorno di dicembre, con una nevicata pazzesco e la notaia pronta a saltare in sella al suo motorino per andare a sostituire un collega al “Grande Fratello”. Poi c’è stata la prima apparizione pubblica a Cartoomics, insieme agli autori di “Chew” che sono diventati anche amici!

M.F. La Buchmesse di Francoforte del 2009. Caterina che mi diceva “Facciamolo” e un paio di editori italiani che mi incitavano a mettermi in proprio. Sono certo che si sono pentiti di quel consiglio.

A.P. Quale ritenete sia la forza del vostro gruppo?

C.M. La passione e l’amore per quello che facciamo. Sembra banale, ma siamo noi stessi prima di tutto lettori appassionati e sappiamo cosa ci piacerebbe avere dalle case editrici che leggiamo.

M.F. Non ci raccontiamo balle e non ne raccontiamo. Facciamo solo cose in cui crediamo. Quando parliamo di un nostro libro, siamo credibili e sappiamo trasmettere entusiasmo.

A.P. In quale ambito credete invece di dover lavorare/state lavorando di più in questo nuovo anno?

C.M. Sicuramente quest’anno parteciperemo a più fiere, alla fine l’anno scorso è durato per noi solo 6 mesi, quindi vogliamo occuparci di questo aspetto del contatto con i lettori. Porteremo tanti autori in giro per l’Italia!

M.F. Convincere chi ancora crede che “fumetto” sia un termine dispregiativo a leggere i nostri libri. E non solo i nostri. La marea che sale solleva tutte le barche. Vorremmo essere un esempio virtuoso utile a tutti i nostri concorrenti.

A.P. Un libro che avreste voluto pubblicare ma non avete potuto? Ed uno che non avreste pubblicato neppure sotto tortura?

C.M. Be’, una delle cose che abbiamo amato di più lo scorso anno è stato “Astrerios Polyp” di David Mazzucchelli… Per quelle da non pubblicare nemmeno sotto tortura sono tantissime! Ti dico solo che ad Angouleme abbiamo parlato con un editore e mi sarei strappata gli occhi pur di non vedere più i loro libri!

M.F. Non ho rimpianti. I risultati ottenuti finora superano le mie più rosee previsioni. Quanto alle cose da non pubblicare… è un nostro dovere non zavorrare il mercato con materiale indegno dei soldi dei nostri lettori.

A.P. Che atmosfera avete notato intorno al vostro stand alle fiere a cui avete partecipato?

C.M. Le fiere ci divertono sempre molto perché ci danno la possibilità di lavorare come gruppo in maniera diversa da quello che facciamo in redazione. Abbiamo avuto ottimi riscontri dai lettori, tanti complimenti che ci danno la spinta a continuare in questa direzione. Poi ci sono spesso i nostri autori ospiti allo stand che rendono l’atmosfera fantastica!

M.F. Ho la sensazione che i lettori abbiano capito cosa stiamo cercando di fare. Percepisco entusiasmo e gratitudine. E voglia di farci dire le novità prima del tempo, ma il nostro marketing si basa sul mistero.

A.P. Credete sia possibile il rilancio della produzione fumettistica italiana e come?

M.F. Posso rispondere per tutti e due? Il mercato deve crescere ancora per qualche anno. Pagare mille euro gli autori di un libro è un comportamento vergognoso. Non lo faremo mai.

A.P. Quali giovani autori italiani vi piacciono?

C.M. So che io e te (e anche Michele) condividiamo una grande passione comune: Gianluca Maconi. Non so se giovane sia la parola adatta, ma è sempre il primo che mi viene in mente!

M.F. Ehi, Gianluca è GIOVANISSIMO! Cosa stai insinuando? Ho ufficialmente voglia di lavorare con Flaviano Armentaro, by the way.

A.P. A proposito di fumetto italiano: BETA, di Luca Vanzella e Luca Genovese, è il vostro primo titolo tutto italiano. Perché lo avete scelto?

C.M. Michele conosce da anni Luca e Luca, io ho comprato “Ferragosto” quando ancora non abitavo in pianta stabile a Milano. Sono stati i primi a cui abbiamo pensato quando abbiamo deciso di pubblicare anche un progetto italiano e BETA è sicuramente quello giusto.

M.F. Luca & Luca hanno capito il nostro progetto e hanno saputo convincerci a valorizzarli. Lavorare con loro è una vera gioia.

A.P. Pubblicherete in futuro altri titoli italiani?

C.M. Certamente, ci stiamo già pensando e abbiamo già alcuni contatti con autori che ci piacciono da morire. Ma è ancora presto per parlarne, vogliamo che loro trovino in Bao la casa ideale per i loro progetti.

M.F. Abbiamo già il secondo autore italiano in filiera. Ne diremo il nome al più presto.

A.P. Nei vostri “buoni propositi” del 2011 avete annunciato un’altra nutrita schiera di autori formidabili (Brüno, Carlos Meglia, Mike Mignola, Paul Pope, Joann Sfar, Jill Thompson). Qualche indiscrezione?

C.M. Abbiamo già annunciato “Inner City Blues” di Brüno e il primo titolo di Jill Thompson che pubblicheremo che è “I segreti di Burden Hill”.

L’indiscrezione te la do io perché si tratta di un titolo che ho voluto davvero fortemente e per il quale abbiamo lottato molto: si tratta di “Chagall in Russia” di Joann Sfar. Adoro Joann e in questo volume racconta con poesia e ironia gli anni vissuti da Marc Chagall in Russia. Ci sono dei momenti in cui il protagonista ferma tutta l’azione della storia per creare uno dei suoi capolavori, ed è da togliere il fiato.

A.P. Un sogno che avete realizzato ed uno che vorreste realizzare grazie a Bao.

C.M. Il nostro sogno è proprio Bao, e si è realizzato. L’altro è quello di far amare ai lettori quello che prima di tutto amiamo noi, su questo ci stiamo lavorando.

M.F. Regalare serenità, appagamento, ispirazione tramite i nostri libri. Alla fine del giorno, non c’è molto di più che si possa desiderare di fare per il prossimo. Personalmente, mi sento già molto appagato da ciò che faccio.

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