Straniero in Giappone: 5 errori che possono cambiarti la vita

Pubblicato il 3 Marzo 2016 alle 12:00

Vivere in Giappone è il grande sogno nel cassetto di tutti i fan internazionali della vasta e ricchissima cultura nipponica.

Studiare in una delle università più prestigiose della nazione, trovare il lavoro dei propri sogni e integrarsi così appieno nella società giapponese, oppure semplicemente godersi una lunga vacanza nel paese più amato… chi non ha mai desiderato anche una volta sola di poter sperimentare sulla propria pelle i pregi e i difetti del Paese del Sol Levante che di solito siamo abituati a scorgere solo dietro lo schermo del nostro computer?

Nonostante l’evidente passione che accompagna i visitatori di tutto il mondo in Giappone, i varchi culturali e le mastodontiche differenze tra la società occidentale e quella orientale sono elementi da non sottovalutare.

Errori, figuracce, e gesti fraintendibili dagli abitanti giapponesi sono sempre in agguato, e potranno mettere in difficoltà anche gli stranieri più preparati.

Tralasciando gli errori più comuni e innocenti, ad esempio entrare in casa con le scarpe, lasciare delle mance ai camerieri, non indossare una mascherina protettiva quando si soffre di influenza, ne esistono altri che possono ripercuotersi in maniera molto più pesante sulla vostra immagine pubblica e che possono seriamente compromettere la possibilità di una pacifica e felice convivenza in Giappone con il resto dei cittadini.

Vediamo dunque insieme i cinque errori più gravi da non commettere su suolo nipponico!

1. Gaijin Smash

È letteralmente un’espressione alla “urban dictionary” per esprimere una rigida regola o convenzione giapponese infranta da un turista straniero.

L’espressione è stata coniata da Jeffrey “Azrael” Windham, un insegnate afroamericano che si è trasferito in Giappone come partecipante al progetto JET di scambio culturale.

La “Gaijin Smash” consiste proprio nell’abilità di molti stranieri di infrangere le regole che vigono in Giappone tramite cattive abitudini che sono soliti commettere nel loro paese di origine.

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Un esempio è quello di approfittarsi del fatto di essere uno straniero. Per esempio, comprando il biglietto sbagliato per salire su un treno o su una metropolitana, e affidarsi al fatto che il controllore potrebbe essere più clemente e meno rigido anche a causa delle difficoltà di comunicazione, o intimidito dal suo aspetto apparentemente minaccioso.

Lo stesso Azrael, di colore e alto quasi due metri, confessava di ricevere molto spesso delle occhiate intimorite da parte dei cittadini giapponesi, che lo guardavano come per paura che potesse “spezzarli in due”.

In generale, le Gaijin Smash non creano reali danni alle persone, ma sicuramente lo fanno con l’immagine che ha un determinato straniero all’interno della società.

Questo può dunque dar vita a pregiudizi che possono compromettere una pacifica convivenza di diverse etnie e culture in un unico paese.

In Giappone, ricordiamo, anche il più piccolo sgarro nei confronti della società o della sicurezza pubblica può essere visto come un gesto che reca disonore e vergogna.

Persino chi vive in Giappone da anni e anni confessa di non sapersi ancora completamente integrare con le mentalità e le rigidissime abitudini nipponiche. Gli sbagli sono sempre in agguato dietro l’angolo.

2.Escludere le persone dalla propria vita

Quando si viaggia o si alloggia in un paese straniero per impararne la lingua e la cultura, molte persone tendono a commettere l’errore fatale di escludere concittadini provenienti da altri paesi pur di concentrarsi unicamente sulla lingua e sulle abitudini nipponiche, senza “farsi distrarre” da altri.

A questo punto, basta poco per trasformare la semplice esclusione in un vero e proprio odio etnico a favore dell’amore verso quello giapponese.

D’altro canto esistono persone particolarmente entusiaste di fare nuove conoscenze, di incontrare ragazzi appartenenti a decine di culture diverse, approfittando per stringere amicizie e imparare molto di più sul resto del mondo.

Talvolta, le amicizie giapponesi vengono addirittura escluse, proprio perché risulta molto più difficile per loro aprirsi facilmente e vincere una sorta di riservatezza e timidezza cronica. Molti giapponesi preferiscono, infatti, vivere nella propria bolla.

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L’ideale si rivela sempre una via di mezzo tra i due estremi.

Escludere sia stranieri che giapponesi non risulta mai una mossa vincente, e stringere amicizie solo con un ristretto numero di persone limita sicuramente le possibilità di ampliare la propria cultura e le proprie esperienze.

Il consiglio è quello di legarsi alle persone con le quali risulta più spontaneo, senza emarginare forzatamente nessuno o tentare di approcciarsi con innaturalezza ad altri ragazzi.

3.Preferire una determinata cultura invece dell’altra

Il rifiuto della propria cultura e del proprio paese d’origine in favore di quello giapponese è sempre mal visto.

Il Giappone ormai è pieno di turisti esaltati e fanatici della cultura nipponica, e in gran parte si tratta di appassionati di anime, manga, o dei cosiddetti “weeaboo”, veri e propri veneratori del Paese del Sol Levante. Per i weeboo non c’è storia: tutto ciò che è a stampo giapponese è automaticamente migliore.

Abbandonare completamente la cultura da cui proveniamo per tuffarsi in uno stile di vita forzatamente all’orientale può essere visto di cattivo occhio. Ciò può sicuramente provocare isolamento e antipatia da parte di coloro che ci circondano.

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Al solito, ci si potrebbe imbattere anche nell’atteggiamento opposto, altrettanto malvisto: il rifiuto totale di qualsiasi abitudine che non riguardi la cultura di provenienza.

Quando ci si trasferisce in un paese straniero per cominciare una nuova vita, la malinconia di casa è sempre in agguato, tant’è che può facilmente trasformarsi in una vera e propria patologia.

In questo caso, allontanarsi da qualsiasi azione o abitudine puramente giapponese (consumare piatti tipici, togliersi le scarpe prima di entrare in casa, seguire le loro regole e i loro ritmi quotidiani) è uno dei sintomi più comuni.

Questo può facilmente essere visto come una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini che vi ospitano nella loro nazione.

L’ideale rimane, come sempre, serbare dentro di sé il valore delle proprie origini ma godersi appieno la nuova cultura e le nuove abitudini.

4. Vivere nel diniego

Trasferirsi in un paese così lontano non solo fisicamente ma anche culturalmente come il Giappone è una scelta difficile, e le motivazioni che spingono uno studente, un lavoratore o un comune appassionato sono molteplici.

Soggiorni di studio, nuove opportunità lavorative, oppure c’è chi semplicemente decide di scegliere il paese che più ama e ammira per realizzare il desiderio di integrarsi con quella società e quindi di realizzare un sogno.

Non è raro che la realtà sia ben diversa dalle aspettative che uno serbi dentro di sé. I viaggi in Giappone non sono da meno, e spesso la nostalgia di casa diventa così forte da spingerci ad odiare ogni aspetto della nuova cultura, e a incolpare il nuovo stile di vita per qualsiasi problema si ponga davanti a noi.

Se l’integrazione risulta difficile, è colpa del Giappone; se il lavoro è faticoso o più arduo del previsto, è colpa del Giappone; se si perde il treno, è colpa del Giappone. Ogni cosa può trasformarsi in un valido motivo di biasimo nei confronti del povero paese!

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Dopo mesi – magari anni! – di grandi aspettative nell’attesa di poter finalmente realizzare il proprio sogno di vivere in Giappone, la delusione può essere davvero grande, ed è anche difficile confidare il proprio malessere interiore a coloro che si sono sempre sorbiti negli anni le vostre manie del tipo: “Il Giappone è il paese più bello del mondo!”, “Andrò a vivere in Giappone e realizzerò il sogno della mia vita!”.

Molti tendono a rintanarsi nel dolore solitario, esibendo falsi sorrisi e fingendo di star davvero vivendo il sogno della loro vita, nonostante la delusione diventi ogni giorno più grande, esattamente come la voglia di tornare a casa.

Il consiglio più comune in questi casi è estremamente semplice: evitare di paragonare il nuovo stile di vita con quello passato.

Le differenze non vanno paragonate o tantomeno soppesate sulla bilancia, ma vanno valorizzate! Quindi, non accusare il Giappone delle differenze che possono inizialmente causare smarrimento e varie difficoltà in uno straniero, ma accettarle e viverle appieno con la consapevolezza che sono proprio queste ad arricchire il proprio bagaglio culturale.

Non è anche questo aspetto una parte del tanto desiderato “Sogno Giapponese”?

5. Fossilizzarsi nella routine

Il Giappone è davvero il paese delle routine. Sempre super organizzati, puntualissimi, fedeli alle responsabilità, e spaventati dai cambi di programma, i giapponesi sono uno dei popoli più produttivi ed efficienti dell’intero pianeta. Se ci si integra appieno in questa cultura (forse anche troppo), è facile caderne vittima.

Se le abitudini diventano ogni giorno troppo rigide – sveglia, prendere il treno o la metro, correre al lavoro, pranzare, poi di nuovo al lavoro, viaggio in treno, e arrivo a casa – sarà difficile godersi appieno le differenze culturali, poiché la vita non sarà poi così diversa da quella che si svolgeva nel paese d’origine. Il trasferimento perde il suo significato.

La routine quotidiana può diventare una gabbia. Anche nel tempo libero sarà difficile “staccarsi” dall’angolino che si è venuto a creare nel mondo privato, e la scoperta della nuova cultura sarà più difficile.

Gite in compagnia, divertimenti, esplorazioni… tutto questo verrà automaticamente escluso dalla vostra ruotine quotidiana, per lasciar spazio solo alla vita lavorativa o scolastica.

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Lo stesso blocco nel proprio lavoro può essere considerato un ostacolo, e ciò accade molto spesso per gli insegnanti di inglese madrelingua che decidono di trasferirsi in Giappone per poter lavorare nel paese dei loro sogni.

Se le aspirazioni si riducono al minimo e le possibilità di emergere nel loro ruolo si fanno più difficili, per loro sarà comunque complicato decidere se rimanere in Giappone o se tornare a casa, e molte volte la scelta risulta proprio quella di continuare a vivere la propria routine giapponese, anche se immersi in una carriera che non offre molte opportunità di spicco.

 

Fonte: RocketNews24

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