Analisi dagli USA: il 2015 della DC Comics, è crisi?

Pubblicato il 12 Gennaio 2016 alle 11:10

No, non Crisi come gli eventi che negli anni hanno sconvolto l’universo narrativo DC: gli esperti americani analizzano i numeri e le ragioni delle difficoltà della Casa di Superman & Batman.

Se vi avventuraste nell’archivio delle news riguardanti il 2015 di Marvel e DC su MangaForever o su un qualsiasi sito di informazione fumettistica italiano e non, molto probabilmente notereste una decisa differenza nel tono delle notizie: da una parte Axel Alonso perennemente eccitato per il lancio del titolo All-New, All Different Tal dei Tali, le classifiche di vendita che incoronano Star Wars e Secret Wars, autori e editor che si complimentano a vicenda per le ottime idee che mandano avanti la Casa delle Idee; dall’altra, Dan Di Dio che comunica questa o quella chiusura, difende questa o quella scelta impopolare e cerca di contenere i danni.

Ovviamente generalizziamo, ma a confermare che la situazione della DC non sia tutto rose e fiori, o almeno che questa sia la percezione comune, con l’inizio del 2016 sui siti di informazione USA sono spuntati numerosi articoli sui problemi dell’editore e sui passi necessari secondo gli addetti ai lavori per correggerli.

L’analisi condotta da David Harper (ex editor di Multiversity e fondatore di SKTCHD), ad esempio, fa notare come il numero di fumetti venduto ogni mese dalla DC sia stabile da circa due anni sulle 2.300.000 unità:

dc harper crisi

Cifre enormi, chiaramente, ma stagnanti, visto che il mercato è dato in crescita e in generale i diretti concorrenti della DC ne stanno approfittando. Infatti sempre Harper propone questo confronto tra la quota di mercato detenuta dalla DC nel 2013 (anno in cui l’effetto New52 si stabilizzò) e il 2015:

dc harper crisi

Questo significa che la percentuale di fumetti venduti/soldi incassati dalla DC sul totale è nel 2015 minore di quanto era nel 2013. La crisi, quindi, c’è. E un altro dato che raramente viene considerato aiuta a capire da dove sono fuggiti questi lettori/dollari mancanti.

dc harper crisi

La tabella qui sopra mostra in che percentuale abbiano pesato le vendite degli albi “regolari” sulle vendite totali nel  novembre degli ultimi 5 anni. Il 2015 si conferma un annus horribilis da questo punto di vista, con le uscite regolari del mese (ovvero la maggioranza) che hanno determinato solo il 57% delle vendite totali. Ovvero a “far portare a casa” il mese alla DC sono stati eventi e miniserie speciali (su tutte The Dark Knight III), titoli su cui per loro stessa natura non si può fare sempre affidamento. E anche sul versante “special”, nel 2015 la Marvel ha comunque pescato il jolly Star Wars.

Ma perché il 2015 è stato così negativo e il 2016 potrebbe diventare, secondo Rob Salkowitz di ICv2, “un bagno di sangue”?

Sia Harper che Kyle Pinion su ComicsBeat puntano il dito su alcuni errori commessi dalla Dc che ne stanno minando il cammino. Uno è l’eccessivo numero di serie: le 52 testate dei New52, numero a cui la casa editrice è rimasta fedele a lungo  pubblicando titoli che già in partenza si sapeva carenti e portati avanti senza convinzione.

convergence c

Un altro relativo proprio al 2015 è stata l’intera gestione dell’evento Convergence, rivelatosi un mezzo flop e che una volta concluso ha lasciato le serie regolari con meno lettori di quando era iniziato. Altra debacle il mini rilancio DCYou, condannato secondo Pinion dalla quasi totale assenza di pubblicità. DCYou e il fallimento delle nuove testate più, diciamo, “moderne” hanno poi causato una battuta d’arresto in quella campagna di diversificazione di temi, artisti e lettori su cui invece la Marvel continua a spingere (con Ms Marvel e Squirrel Girl che mietono premi e menzioni nelle liste del best of 2015).

Sul fronte qualitativo sia Harper che Pinion mettono inoltre in evidenza la questione fumettisti, concordando che la DC non è riuscita a rimpiazzare a dovere le star sottrattegli dalla Marvel (Soule, Tom Taylor) o attratte dalle sirene del creator owned alla Image né con una “campagna acquisti” né crescendo una cantera di talenti al suo interno. Il roster di artisti sembra limitato ai due commentatori, specialmente considerando che per rimpolpare le vendite la Distinta Concorrenza raddoppierà le uscite di alcuni titoli mettendo ulteriore pressione ai propri autori.

C’è poi il problema della mancanza di sinergia tra i vari reparti dell’impero multimediale DC/Warner: il telefilm Supergirl è stato un successo di pubblico, ma non si è pensato a far uscire in contemporanea una serie a fumetti che potesse far diventare lettori gli spettatori interessati; stessa cosa succederà presto con Legends of Tomorrow. Sembra, dice Salkowitz, che la Warner Bros. consideri la DC solo come una fonte personaggi e idee da sfruttare, e non sia interessata a i integrare i due segmenti di pubblico.

Di fattori di criticità, insomma, ce ne sono molti e vi invitiamo a leggere gli articoli linkati per un’analisi più approfondita.

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