Fell vol. 1-2 – Warren Ellis, Ben Templesmith – recensione

Pubblicato il 8 Marzo 2011 alle 14:47

FELL 1 – 2

Autori: Warren Ellis (testi) Ben Templesmith (disegni)
Casa Editrice: Edizioni BD
Provenienza: USA
Prezzo: € 8,00, 16 x 24, 80 pp., col.
Recensione


Al pari del promettente Desolation Jones, Fell è un altro dei progetti lasciati in sospeso da Warren Ellis, prolifico scrittore britannico con all’attivo numerose serie, fra le quali possiamo certamente elencare dei capolavori. E al pari del titolo succitato, anche Fell è uno dei suoi lavori più particolari e interessanti. Partito nel 2005, e proseguito a periodicità altalenante fino al 2008, narra le avventure del detective della omicidi Richard Fell, un poliziotto sagace, duro ma dall’animo altruista. Nel primo episodio viene trasferito dalla sua vecchia centrale alla cittadina al di là del ponte: Snowtown, un luogo oscuro e decadente, dove le esigue forze dell’ordine non riescono ad arginare la criminalità che imperversa per le strade. In questa nuova circostanza Fell può contare solo su sé stesso, poiché gli scheletri nell’armadio del suo passato gli impediscono anche solo di rimettere piede sul ponte.

L’obiettivo della serie è centrato sulle indagini più che sul personaggio. Snowtown è la vera protagonista, con il suo alone mefitico e malvagio, insieme alle vittime e ai carnefici che la abitano. Il detective Fell si limita a muoversi per i vicoli bui, provando a contrapporsi alla marea di cadaveri, provando a portare un po’ di giustizia. I casi mettono in luce la follia, i disturbi psichici e sociali di individui che compiono gli atti più efferati per i motivi più banali. Spesso Ellis ci lascia basiti di fronte a situazioni talmente esagerate da apparire irreali, ma la cosa cosa preoccupante, e che ci tiene a sottolineare nelle note di commento ai volumi, è che sono tutte vicende ispirate a fatti documentati. Con il gusto del macabro e del morboso che caratterizza altre sue opere, l’autore non risparmia mai i particolari disturbanti, e spesso preclude qualsiasi speranza ai finali delle storie.

Appare chiaro come tutta la serie sia una sorta di esperimento da parte di Ellis, il tentativo di creare qualcosa di diverso dall’attuale standard dei comics americani. In ogni storia Fell affronta un caso o una particolare situazione, ed ogni episodio è autoconclusivo come nei serial polizieschi televisivi. Compaiono un numero ristretto di personaggi (fra cui la barista vietnamita Mayko, il folle tenente Beard, l’isterica segretaria Violet, e una strana e inquietante suora con la maschiera di Richard Nixon), ed ogni tavola si compone quasi esclusivamente di una gabbia fissa di nove vignette.

L’intento dell’autore infatti, era quello di inserire il maggior numero di informazioni in sole sedici pagine, attraverso un ritmo e una concezione cinematografica delle vicende. Per sua stessa ammissione infatti, l’ispirazione nasce direttamente dallo Spirit di Eisner, che nelle sette pagine a disposizione riusciva a far stare storie complete e soddisfacenti. Per realizzare ciò, Ellis ha dovuto sacrificare la componente più introspettiva del suo personaggio, limitandosi a far emergere pensieri ed emozioni attraverso brevi flash, o grazie all’efficacia dei dialoghi.
In questa sua intuizione lo sceneggiatore è stato ottimamente coadiuvato dall’apporto di Ben Templesmith, che ha integrato alla perfezione il suo stile con la narrazione di Ellis. Vignette in cui entrano quasi esclusivamente corpi o volti dei personaggi, con un’attenzione particolare all’espressività, e alla “recitazione”. Linee spigolose e imprecise che costruiscono una sorta di storyboard, fluido e dinamico anche nelle sequenze più statiche, merito di un sapiente uso dei piani e dei punti di vista. Senza dimenticare la grande forza evocativa della sua pittura digitale, con la quale caratterizza gli ambienti, le atmosfere, e quasi il cattivo odore di Snowtown. Se in altri casi il suo stile poteva apparire ostico, in questo è certamente un contributo fondamentale alla riuscita di queste piccole e taglienti storie.

Recentemente la produzione di Fell sembra essersi rimessa in moto, ed è sicuramente una buona notizia per tutti gli amanti di questo hard-boiled moderno e spietato, tanto inquietante quanto reale.


Voto: 8,5

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