The Royals: la Vertigo con le vicissitudini della Famiglia Reale Britannica – RECENSIONE

Pubblicato il 21 Novembre 2015 alle 12:15

Arriva una nuova dirompente serie Vertigo: The Royals, scritta dal trasgressivo Rob Williams e disegnata dall’ottimo Simon Coleby! Non perdete le vicissitudini della Famiglia Reale Britannica! Ma questa non è la famiglia reale che conoscete!

Che gli autori di area britannica siano provocatori ed eversivi è un dato di fatto e la loro creatività sopra le righe è stata utilizzata in maniera proficua nell’ambito del fumetto americano. Scrittori come Alan Moore, Grant Morrison, Peter Milligan, Warren Ellis e altri, oltre a non reprimere la fantasia, hanno affrontato tematiche politiche con intenti polemici, ogni volta che ne hanno avuto la possibilità. E da questo punto di vista non sono mai mancati attacchi alla Thatcher, alla Famiglia Reale britannica e in generale alle istituzioni del Regno Unito.

In questo senso, Jamie Delano ci andò pesante nella sua storica run di Hellblazer e Garth Ennis fece qualcosa di simile sempre nella testata di John Constantine. Del resto, molti di questi autori provenivano dalla scuola della seminale rivista 2000 AD che non ha mai evitato di occuparsi di questioni socio-politiche con un’attitudine irreverente e punk. The Royals, dirompente miniserie Vertigo proposta da Lion in una serie di albi formato comic-book di trentadue pagine, rientra a pieno titolo nel discorso.

Scritta dall’inglese Rob Williams, è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli stilemi delle war stories sono evidenti (e ricordiamo che i fumetti di guerra della Fleetway sono un imprescindibile elemento della scuola British) e a prima vista l’opera è a tutta gli effetti a tematica bellica. L’Europa è oppressa dalla minaccia nazista e i soldati inglesi stanno facendo la loro parte nella lotta contro il Terzo Reich. E c’è pure la Famiglia Reale.

Ma non è una Famiglia Reale qualsiasi. Il sovrano ha tre figli: Harry, Arthur e Rose. Harry è un biondo che sembra uscito da una fiaba. Arthur è un debosciato con seri problemi di alcol e Rose un’incantevole ragazza che potrebbe nutrire nei confronti di Harry qualcosa che va al di là del semplice amore fraterno. Costoro hanno inoltre superpoteri ma nascondono la cosa all’opinione pubblica. Sullo sfondo di una vicenda dai toni bellici, quindi, Williams si ispira alla fantascienza distopica di Philip K. Dick basata sulla storia alternativa e ai fumetti di supereroi.

Henry, in particolare, è molto potente e potrebbe sconfiggere in breve tempo le orde del Terzo Reich. Tuttavia, la Famiglia Reale non partecipa alla guerra. E’ il sovrano a volerlo, per ragioni di opportunità politica e di mero egoismo. E quando Henry, sconvolto dagli orrori causati dai nazisti, decide di disobbedire al padre, le cose prenderanno una brutta piega. Williams descrive un gruppo di nobili immaginari ma allude palesemente all’attuale e realmente esistente Royal Family, dipingendola come un gruppo di individui spietati che considerano il popolo alla stregua di animali da mandare al macello. E lo fa con uno stile aggressivo di chiara matrice 2000AD.

L’idea alla base di The Royals è intrigante e la miniserie va tenuta d’occhio per la qualità dei testi e per il livello sopraffino dei disegni. Alle matite c’è infatti il bravissimo Simon Coleby che realizza tavole di grande impatto. E’ abile nella raffigurazione dei campi di battaglia insanguinati, delle città semidistrutte dai bombardamenti e dei personaggi al contempo carismatici e intimidenti, se non spaventosi. I colori crepuscolari di JD Mettler conferiscono un’aura dark alle matite del penciler, appropriata per una vicenda a tinte forti come questa.

In appendice c’è poi un breve episodio tratto da Ghosts, one-shot Vertigo incentrato su storie di fantasmi. L’autore è Gilbert Hernandez che con il suo delizioso tratto indie firma una toccante avventura in bianco e nero su due bambini morti che si aggirano in un cimitero. I testi sono riflessivi e c’è una lieve delicatezza che li rende suggestivi. Insomma, questa proposta è consigliabile. Ritengo però che sarebbe stato preferibile presentare The Royals in un unico volume e non in albi a cadenza mensile.

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