Fouché: un classico del fumetto italiano anni settanta – RECENSIONE

Pubblicato il 26 Settembre 2015 alle 12:45

Cosa succede quando il padre di Kriminal, Satanik e Alan Ford decide di realizzare un fumetto ambientato durante la Rivoluzione Francese e di affidarlo alle matite di Paolo Piffarerio? Succede che nasce Fouché, un classico del fumetto italiano anni settanta riproposto da Mondadori Comics nella collana Historica!

La collana Historica di Mondadori Comics ha avuto il merito di presentare ai lettori italiani eccellenti fumetti di area franco-belga e coloro che la seguono regolarmente sanno bene che si tratta di una delle proposte migliori del mercato. Questa trentacinquesima uscita però è dedicata a un’opera italiana, sempre caratterizzata da uno sfondo narrativo rigorosamente storico e non inferiore al materiale finora pubblicato.

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Non potrebbe essere diversamente dal momento che l’autore è Max Bunker, alias Luciano Secchi, celebrato padre di Kriminal, Satanik, Alan Ford e tante altre pietre miliari della letteratura disegnata nostrana. Secchi è sempre stato versatile e poliedrico e ha affrontato svariati generi. Lo dimostra appunto Fouché, fumetto in tre parti ambientato durante il drammatico periodo della Rivoluzione Francese. Uscì negli anni settanta sulla rivista Eureka e Mondadori Comics ha avuto ora l’ottima idea di recuperarlo, considerando che è un lavoro di alto livello, valorizzato dalle matite del compianto Paolo Piffarerio che di sicuro molti ricordano per vari albi di Alan Ford, El Gringo e Maschera Nera, giusto per citare alcuni suoi esiti creativi.

Narrare in forma fumettistica gli eventi della Rivoluzione Francese è impresa ardua ma Secchi è riuscito nel suo intento, dando prova di essersi ben documentato al riguardo. Ciò che in effetti più colpisce è l’impeccabile descrizione del contesto storico e sociale e delle cause che danno il via a uno degli eventi cruciali della storia europea. E’ significativo il fatto che il titolo si riferisca a Fouché, ambigua figura di prelato, insegnante, scienziato e politico. E’ una scelta anti-convenzionale poiché, come avrete modo di scoprire, Fouché è un personaggio di sfondo, mero testimone e commentatore dei fatti che si susseguono a ritmo vorticoso.

Forse Secchi ha voluto evidenziare tramite Fouché il concetto della modernità imminente. Sebbene infatti l’uomo non sia potente e non abbia la capacità di determinare il corso della storia, riesce però a intuirne gli sviluppi futuri e comprende che il mondo arcaico della nobiltà è destinato a soccombere alla forza irresistibile di un popolo ribelle. Naturalmente non mancano le personalità fondamentali dell’epoca: Luigi XVI, sovrano succube delle macchinazioni della sua infedele consorte; Robespierre, colui che simboleggia il nuovo ordine; e poi Danton, Marat, il Marchese De Sade, Madame De Stael e altri intriganti character, tutti delineati da Secchi con profondità encomiabile.

L’autore rinuncia alla classica distinzione buono/cattivo. La nobiltà è egoista e corrotta ma i rappresentanti della borghesia non sono in fondo migliori e non mettono in pratica i loro ideali abilmente propagandati. E nemmeno il popolo, benché vessato, fa bella figura.

Questo è l’ulteriore dettaglio significativo di Fouché, specialmente se si considera che uscì nel clima di tensione socio-politica degli anni settanta, quando cioè si discuteva in maniera accesa di rivoluzione e società borghese.

Secchi non opta per il conformismo e ha una peculiare visione delle cose che emerge in quest’opera, valorizzata da testi e dialoghi curati e da un ritmo narrativo avvincente.

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A rendere più prezioso il volume sono i disegni di Paolo Piffarerio. Molti considerano Fouché il suo capolavoro ed è senza ombra di dubbio l’opera che gli ha consentito di realizzare tavole eleganti e raffinate. Piffarerio rappresenta lo sfarzo della corte di Versailles, gli abiti, le carrozze, gli arredi, le architetture francesi del settecento con una dovizia di particolari sbalorditiva. Le pagine imperniate sul crollo della Bastiglia sono poi eccezionali e dotate di forza espressiva notevole, enfatizzata da suggestivi chiaroscuri. Insomma, per l’ennesima volta Historica ci presenta un fumetto di grande qualità.

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