Sturmtruppen – Superfumetti vol. 3, una spietata denuncia della guerra – RECENSIONE

Pubblicato il 23 Settembre 2015 alle 15:20

Ritorna l’indimenticabile Bonvi con una delle sue opere più amate: Sturmtruppen! Non perdete le avventure dei fieri soldati tedeschen protagonisti del terzo numero della collana Superfumetti pubblicata da Mondadori Comics!

Quando Mondadori Comics ha dato il via alla collana Superfumetti dedicata a svariati personaggi dei comics italiani e stranieri, si è occupata del compianto Bonvi, grande e irriverente autore di Nick Carter, Sturmtruppen, Cronache del Dopo Bomba e altre pietre miliari tuttora amate da un vasto numero di lettori. E lo ha fatto con una selezione delle storie più significative del divertente detective Nick Carter. E’ ora la volta di Sturmtruppen, altra sua geniale invenzione. E questo è solo il preludio a un’operazione più vasta che Mondadori si accinge a compiere e cioè la pubblicazione di volumi che includono le spassose vicende dei soldati tedeschi della Seconda Guerra Mondiale.

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L’albo perciò può essere considerato un ottimo punto di inizio per coloro che magari non hanno ancora avuto modo di scoprire Sturmtruppen. Sebbene si tratti di un fumetto che fa della comicità l’elemento dominante, si presta a diversi livelli di lettura. Chi vuole farsi semplicemente quattro risate avrà pane per i suoi denti; ma chi cerca spunti di riflessione non rimarrà deluso. Sturmtruppen è infatti un’acre satira della guerra e delle peggiori pulsioni dell’animo umano. Non è solo una condanna del nazismo e di ogni forma di totalitarismo ma un’aspra denuncia del militarismo, della vuota retorica del patriottismo e dell’eroismo che, a conti fatti, per Bonvi sono un’enorme cazzata.

Bonvi quindi ci presenta soldati farseschi, non tanto intelligenti, a loro modo simpatici e coinvolti in una serie di situazioni assurde e paradossali. C’è il sergente, un arrogante che sa solo sbraitare e non è molto profondo; un generale che non è migliore di lui e varie macchiette tra le quali spicca il prode alleato Galeazzo Musolesi, altra memorabile invenzione di Bonvi e crudele presa per i fondelli dei fascisti. Tramite questi character Bonvi costruisce le sue gag caratterizzate da un ritmo indiavolato, da battute fulminanti degne di una comica ‘slapstick’ dei tempi andati e da invenzioni fantasiose come, per esempio, un manipolo di topi belligeranti, gruppi di pulci che si innamorano ricambiate di un soldato, generali gay che apprezzano la lingerie e così via.

Si ride, certo, ma è una risata amara poiché, al di là di tutto, Bonvi ci fa capire che la guerra fa schifo e a perdere sono sempre gli uomini comuni che finiscono uccisi nel peggiore dei casi o mutilati nel migliore. E’ ciò che accade a un giovane volontario, obnubilato dai concetti di dovere e di patria, che infatti finisce malissimo. Sono significative queste frasi: ‘Kuando il mio professoren di liceo parlava della bella guerra e degli immortali valoren per i quali è giusto moriren da eroi, baciati dal sole in un campo di biondo grano, non ha mai accennaten a tutto kuesto… mi sorge ein dubbio: che mi abbiano fregaten?’.

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Ecco, Bonvi dovrebbe fare venire qualche dubbio a quelli che tuttora sproloquiano di nazione, di patria e di guerre di civiltà senza forse sapere quanto siano vittime di falsi valori e di vuota propaganda ed è appunto questo il suo intento. L’albo propone quindi storie che ben simboleggiano ciò che è stato Sturmtruppen, alcune di esse originariamente concepite nel formato striscia e in seguito rielaborate in una versione più lunga. Tra esse, inoltre, va segnalata una delle più famose in assoluto, L’Arma Finale del Doktor Goebbels, condanna impietosa della televisione che dovrebbe essere letta e recepita dai tanti che si rimbecilliscono con gli X-Factor e le Marie De Filippi.

I testi e i dialoghi, valorizzati dal particolare slang pseudo-teutonico noto a tutti i fan di Sturmtruppen, sono incisivi e spiazzanti come non mai e i disegni dall’impostazione cartoon hanno un dinamismo invidiabile. Insomma, questo albo va tenuto d’occhio e piacerà agli amanti del buon fumetto, indipendentemente dai discorsi di genere. Non perdete quindi l’occasione di scoprire o riscoprire l’arte di quel genio chiamato Bonvi.

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