Dark Knight III: The Master Race #1 di Miller, Azzarello, Kubert e Janson – Recensione

Pubblicato il 10 Dicembre 2015 alle 13:16

Frank Miller e Klaus Janson tornano nell’universo di Dark Knight Returns con l’attesissima Dark Knight III: The Master Race. In loro aiuto anche l’autore Brian Azzarello e l’artista Andy Kubert, in un progetto nostalgico che riserva non poche sorprese.

Il chiacchieratissimo Dark Knight III: The Master Race è uscito negli Stati Uniti con il Libro Uno. Il terzo capitolo della saga di Dark Knight ideata da Frank Miller cerca di puntare su un effetto nostalgia della precedente opera, così come già accaduto con Before Watchmen per Watchmen ma – al contrario di quest’ultima – alcuni degli autori originali sono tornati, come lo stesso Miller e Klaus Janson, i quali sono accompagnati da autori del calibro di Brian Azzarello e Andy Kubert, nomi già noti ai lettori di Batman.

Il Libro Uno apre con il costume di Batman sottratto dalla sua teca nella Batcaverna da un misterioso individuo, nel frattempo due personaggi fuoricampo si scambiano messaggi testuali a proposito di un possibile ritorno di Batman sulle scene. Uno dei due assicura l’altro che Batman sta arrivando ed è il misterioso individuo che ha sottratto il costume.

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La polizia sta inseguendo un presunto criminale in fuga, un giovane ragazzo di colore. Batman (o meglio il misterioso individuo nei suoi panni) non cerca nemmeno per un momento di fermarlo, bensì attacca i poliziotti senza una ragione apparente se non l’idea di “spaccare il cervello a qualche poliziotto”, come dice in uno dei messaggi, mostrando un sentimento che rasenta l’odio per gli uomini in divisa, chiaro riferimento alla posizione attuale dell’opinione pubblica negli Stati Uniti nei confronti delle maniere dure della polizia.

Sembrerebbe che dopo Gordon, la polizia sia caduta nel baratro della corruzione e della violenza, ricordando vagamente la polizia di Sin City, ma ciò è ancora poco chiaro in questo primo numero che culmina proprio con un duro scontro tra Batman il misterioso individuo e la polizia stessa. Le opinioni dei notiziari, in puro stile Miller, non danno un grande contributo allo svolgimento della storia.

In tutto questo il commissario Yindel non sembra affrontare la situazione con chiarezza e impegno, sentendosi impotente e lasciando intendere che la presenza di Batman sarebbe necessaria al momento per Gotham.

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Miller e Azzarello decidono, quindi, di dare spazio alle donne dell’universo, mostrando una Wonder Woman matura e madre di un piccolo in un’ambientazione atipica per il personaggio, che affronta ugualmente creature mitologiche, ma protegge tribù indigene e abita con alcune amazzoni in quelle che sembrano antiche rovine del Sudamerica. La battaglia, rappresentata sotto una pioggia scrosciante, rievoca scene da Apocalypto di Mel Gibson.

La parte su Wonder Woman è quella più forte e interessante dell’intero Libro Uno, che rivela anche un’altra figlia, Lara, avuta con Superman, e in cerca delle sue origini nella Fortezza della Solitudine. Lara, poi, riappare nuovamente nel mini-fumetto Dark Knight Universe Presents: The Atom, in cui porta allo scienziato Ray Palmer la città in bottiglia di Kandor che sta chiedendo aiuto.

In The Atom, Palmer racconta il suo passato e i rapporti con la Justice League prima che fosse sciolta, criticando spesso Batman e il suo atteggiamento passato e presente. Miller e Azzarello, con questi mini-fumetti, sembrerebbero dare voce a quei personaggi che hanno avuto poco spazio nell’universo, mostrando la loro opinione su Batman.

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Spiccano, su tutto, i disegni di Andy Kubert, che riprendono (e addirittura migliorano) lo stile di Miller, facendo sentire il lettore “di nuovo a casa” e non estraneo all’universo, grazie anche alle chine di Klaus Janson. Miller disegna The Atom ed è possibile notare una certa miglioria rispetto ad altre sue opere più recenti, ma mantiene inalterata l’insolita anatomia dei personaggi tipica dell’autore proprio da Batman: The Dark Knight Strikes Again, che potrebbe non essere apprezzata da alcuni lettori.

In definitiva, un primo numero che lascia perplessi nella parte dedicata a Batman, ma sorprende piacevolmente in quella dedicata a Wonder Woman. Il mini-fumetto non aggiunge nulla di nuovo alla storia, ma aiuta a capire il punto di vista di altri supereroi all’universo e a Batman stesso.

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