Fantastica vol. 18 – Pandemonium: Recensione volume Mondadori Comics

Pubblicato il 2 Agosto 2015 alle 11:30

Che cosa succede nel sanatorio di Waverly Hills? Si curano i malati di tubercolosi o si compiono azioni orribili? E per caso si aggirano fantasmi o si tratta solo di dicerie? Ce lo spiegano Cristophe Bec e Stefano Raffaele con Pandemonium, miniserie horror inclusa nel nuovo volume di Fantastica!

Tra gli autori di area bd che Mondadori Comics ha proposto al pubblico italiano spicca Cristophe Bec, geniale e poliedrico scrittore in grado di spaziare tra i generi. E bisogna ammettere che i suoi lavori sono stati tutti di buon livello. Vale anche per Pandemonium, miniserie di tre numeri inclusa in questo diciottesimo volume della collana Fantastica. Può essere definita horror ma Bec non indulge in situazioni crude e sanguinolente, che comunque non mancano, e si concentra piuttosto su atmosfere perturbanti e destabilizzanti che creano una forte suspense.

La trama si svolge in un ospedale americano realmente esistito, il Waverly Hills, passato alla storia per i maltrattamenti subiti dai pazienti e per una serie di losche attività compiute da coloro che lo gestivano. In seguito, ci furono dicerie su apparizioni di fantasmi che hanno fatto entrare il sanatorio nell’ambito delle leggende macabre. Bec parte da questi dettagli per delineare una story-line immaginaria ambientata nell’estate del 1951.

La protagonista è Doris, una bella donna separata dal marito che conduce la figlia Cora a Waverly Hills affinché sia curata dalla tubercolosi. In passato pure Doris era stata affetta dal morbo e proprio i medici di Waverly Hills erano riusciti a farla guarire. Lei affida la piccola al sanatorio con estrema fiducia e, non potendo permettersi di pagare la retta, inizia a lavorare là come inserviente. Tutto sembra andare bene ma in realtà non è così. L’atmosfera del luogo è infatti decisamente strana e a rendersene conto è più che altro Cora.

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Afferma infatti di vedere in più occasioni un’infermiera inquietante che, come si scoprirà, si era suicidata anni prima proprio in quella clinica. Poi percepisce bambini spettrali e c’è inoltre un enigmatico individuo di colore che le dice cose incomprensibili che potrebbero avere un significato preoccupante. E ciò non aiuta certo la bambina il cui stato di salute peggiora sensibilmente.

Del resto, anche altri minori ricoverati a Waverly Hills affermano di vedere spettri. Che cosa sta accadendo, dunque? E’ un caso di psicosi collettiva? O la risposta è più spaventosa?

Presto pure Doris si accorge che qualcosa non va nella clinica. Alcuni medici hanno comportamenti bizzarri e adottano metodologie di cura discutibili che assomigliano a torture. Si verificano cose orribili in un sotterraneo e non mancano situazioni imperniate sul sesso che coinvolgono dottori corrotti e infermiere disinibite. E quando Doris capisce che la figlia è in pericolo tutto assume una piega a dir poco sinistra.

Con il pretesto di un mystery/horror incentrato sul paranormale, Bec scrive un’ottima sceneggiatura, concentrandosi sulle pulsioni più perverse dell’animo umano, sfiorando le tematiche del razzismo e del potere e quella della violenza ai minori e collocando la vicenda in un’America compromessa dalla repressione sessuale e dai tabù (questo argomento è implicitamente evidente in diversi momenti della storia).

I dialoghi sono ben curati e hanno una valenza introspettiva che contribuisce a rendere ancora più coinvolgente la lettura.

I disegni sono del bravo Stefano Raffaele che con il suo tratto naturalistico, accurato e dinamico rende giustizia allo script di Bec. Indulge spesso in inquadrature dal taglio cinematografico e in alcune tavole si concede vignette di ampie dimensioni, caratterizzate da particolari maniacali che confermano il talento di uno dei migliori penciler attualmente in attività.

Vanno citati i colori a volte vividi a volte cupi e quasi gotici di Marie-Paul Alluard, Bruno Pradelle e Oliver Thomas. Nel complesso, Pandemonium piacerà agli estimatori del buon fumetto. Non è rilassante ed è giusto che sia così, trattandosi di un horror, e anticipo che il finale è un colpo allo stomaco. C’è qualità, comunque, e il volume è da prendere in considerazione.

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