L’uomo che non conosceva Diabolik – Recensione

Pubblicato il 13 Agosto 2015 alle 11:45

Torna Il Grande Diabolik estivo con una storia inedita rivolta ai nuovi lettori senza dimenticare “lo zoccolo duro” di fan.

Quando sul finire del 2012 venne annunciata una serie tv su Diabolik, si ipotizzò il 2014-15 come periodo della messa in onda. Chi ha seguito l’evolversi del progetto sa bene poi come siano andate le cose; allargamento del progetto a partner internazionali, aumento del budget iniziale e conseguente slittamento del casting e delle riprese che ora dovrebbero avvenire l’anno prossimo.

Il Grande Diabolik estivo del 2015 nasce proprio nel periodo di annuncio della serie tv quando si pensava che la messa in onda sarebbe stata in questo periodo e punta a far conoscere il personaggio figlio delle sorelle Giussani a tutti quei nuovi, potenziali, lettori. “L’uomo che non conosceva Diabolik” parte quindi da questo presupposto, presentando subito il personaggio di Ivan Rudenko, giunto a Clerville da molto lontano e che quindi non conosce affatto il fantomatico criminale; sarà l’ispettore Ginko a guidarlo nella scoperta dei suoi rifugi, e quindi di tutte le trappole e marchingegni all’interno di essi, nonchè del suo modus operandi che ormai lui ha bene in mente e conosce quasi alla perfezione.

La storia procede spedita, anche se con una certa lentezza nella parte centrare, con il susseguirsi di fatti e avvenimenti che portano Ivan Rudenko a conoscere poco alla volta questo criminale molto simile a un altro che opera nel suo Paese; la storia non mancherà di colpi di scena, alcuni veramente inaspettati, sopratutto verso il finale. Un nuovo e interessante tassello si aggiunge dunque alla lunga storia dell’inafferrabile criminale con tematiche, nonchè personaggi, che sicuramente verranno ripresi e approfonditi in futuro.

Un albo che, al di là di attrarre nuovi lettori e far conoscere meglio il personaggio chiave dell’Astorina è anche un invito a prendere in mano un fumetto e leggerlo a chiunque non l’abbia mai fatto o abbia smesso di farlo per qualunque ragione, che sia un Diabolik, un Dylan Dog, un Rat-Man o qualunque altro.

Sempre molto buona la sceneggiatura anche grazie a una garanzia quale è Tito Faraci e i disegni affidati a Emanuele Barison; qualche sua tavola qui in basso:

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