Phantom L’Uomo Mascherato vol. 3 – Recensione

Pubblicato il 10 Luglio 2015 alle 16:27

Arriva un nuovo volume Mondadori Comics dedicato a un classico personaggio dei fumetti americani: Phantom, l’Uomo Mascherato! Non perdete le leggendarie storie scritte da Lee Falk illustrate da Ray Moore e da Wilson McCoy!

Mondadori Comics ha varato parecchie iniziative interessanti e tra esse bisogna segnalare il recupero di personaggi storici del fumetto italiano come Ken Parker, Kriminal e Satanik e di quello statunitense. Per ciò che concerne questo ambito, la casa editrice ha pubblicato ottimi volumi dedicati all’Agente Segreto X-9, a Mandrake e a Phantom, da noi conosciuto come l’Uomo Mascherato. Il coraggioso eroe creato dal grande Lee Falk occupa un posto importante nella storia del fumetto, anche perché fu considerato una specie di antesignano dei supereroi ancora oggi apprezzati da tantissimi lettori.

Sebbene Phantom non sia un supereroe, è innegabile che abbia esercitato notevole influenza sui numerosi cartoonist che in seguito hanno ideato tanti affascinanti giustizieri in calzamaglia. Le avventure scritte da Lee Falk sono incentrate sull’avventura pura e risentono ovviamente delle convenzioni narrative dell’epoca. Si può ogni tanto cogliere qualche ingenuità ma nel complesso le storie restano avvincenti, sono spesso complesse e articolate, ricche di suspense e valorizzate da continui colpi di scena. E hanno, soprattutto, un ritmo indiavolato.

Questo terzo volume include episodi originariamente pubblicati sui quotidiani della King Features Syndicate in un arco di tempo che va dal 2 febbraio 1942 al 26 agosto 1944. Si tratta di un periodo significativo sia per l’esistenza editoriale del personaggio sia per gli Stati Uniti. L’America si impegnò nella Seconda Guerra Mondiale e i comics, al pari di altre forme espressive, ne risentirono, prendendo posizione contro le potenze dell’Asse. Da questo punto di vista, Phantom non fa eccezione ed è evidente nella prima, lunghissima storia che apre il volume, ‘Gli Implacabili’, in cui il protagonista affronta un manipolo di infidi soldati giapponesi con l’ausilio degli indigeni Bandar, del fido cane Diavolo e della bella Diana Palmer, il suo grande amore.

Falk, quindi, con il pretesto di una trama avventurosa, evidenzia la minaccia nipponica, ricorrendo a elementi che oggi forse sarebbero considerati politicamente scorretti. Phanton è in fondo l’uomo bianco che porta la civiltà ai barbari; e gli indigeni Bandar vengono descritti sulla base dei pregiudizi nei confronti delle persone di pelle nera: sono sempre ingenui, superstiziosi e in fondo stupidi. Ma al di là di questi aspetti le story-line sono da manuale, con testi e dialoghi di notevole efficacia.

E’ interessante la rappresentazione della donna. Le figure femminili non corrispondono allo stereotipo svenevole presente in tanti fumetti del periodo. Diana è sì innamorata, ma è anche forte e sicura di sé, spesso aiuta Phantom nelle sue avventure e non occupa una posizione subalterna rispetto a lui. E le altre donne sono intelligenti e pericolose, degne avversarie dell’Uomo Mascherato. Per quanto concerne l’aspetto fisico, Ray Moore le disegna ispirandosi ai canoni delle bellezze hollywoodiane degli anni quaranta.

Quanto ai disegni, queste storie segnano il passaggio del testimone da Moore a Wilson McCoy. Il primo aveva in diversi momenti abbandonato la serie perché prestava servizio nell’esercito americano. Fu ferito a un braccio e si fece aiutare da McCoy che lo sostituì quando ormai Moore fu impossibilitato a proseguire la sua attività di disegnatore. Il tratto di McCoy è più grottesco di quello di Moore, ma altrettanto valido, e Falk modificò le atmosfere delle avventure che non si svolgono nella giungla o in luoghi esotici ma prevalentemente negli Stati Uniti.

E non mancano nemmeno qui le minacce, di solito malviventi e gangster simili a quelli resi popolari dalla cronaca e dal cinema. Falk si diverte ad accentuare l’elemento soap operistico, con la love story tra Phantom e Diana perennemente contrastata da ostacoli, fraintendimenti ed equivoci. Insomma, coloro che apprezzano le proposte vintage dovrebbero concedere una chance a questo volume.

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