Pretty Deadly 1: La recensione della nuova serie Bao Publishing

Pubblicato il 1 Luglio 2015 alle 11:10

Una ragazza vestita in modo buffo e un vecchio cieco, una leggenda che parla della figlia della Morte: questo ed altro in questo western fuori dagli schemi!

Bao Publishing ha deciso di puntare forte sulla nuova ondata di serie della Image Comics, editore che negli ultimi anni si è segnalato nel mercato U.S.A per proposte di originali che hanno avuto grande successo di mercato e critica. Arriva in Italia una di quelle serie che proprio la critica ha amato di più: Pretty Deadly, una rielaborazione del genere western con un team creativo tutto al femminile.

Team che ha deciso di puntare su un genere che, senza addentrarci in stereotipi, ha generalmente sempre avuto appeal più sul pubblico maschile: quello western, appunto. Ma l’importante non è il genere delle storie o il sesso degli autori, quanto piuttosto la qualità del tutto, e  Preatty Deadly è sicuramente un fumetto di qualità.

Il fumetto western è generalmente contraddistinto da una trama piuttosto lineare: a farla da padrone sono in genere atmosfere e personaggi. Siccome però Pretty Deadly vuole chiaramente prendere spunto dal genere per creare un’ambientazione tutta sua, la trama non è delle più semplici da seguire: sostanzialmente, seguiremo le avventure di Sissy, strana ragazzina dagli strani vestiti, e il vecchio Volpe, pistolero ceco ma che non si cura troppo di questo suo handicap. I due vagano raccontando la storia di Ginny, figlia di una bellissima donna imprigionata dal marito e della Morte stessa, a cui la donna aveva chiesto sollievo dalla sua esistenza tormentata.

Questo strano duo si imbatterà in una strana pergamena e in un a donna, Alice, intenzionata ad uccidere la morte e diventare lei stessa il nuovo Mietitore. Come si può intuire, non è esattamente riassumibile in poche righe, e saranno molte le svolte improvvise che avverranno in questo primo volume. Senza dimenticare Ginny stessa: in un fumetto del genere, la storia che raccontano i protagonisti non può essere solo di fantasia…

Insomma, l’ambientazione western
si fonde splendidamente con inserti fantasy e surreali: la narrazione non  è lineare, la scrittura di Kelly Sue DeConnick ci getta al centro dell’azione e spetta al lettore trovare punti di riferimento in un mondo a volte fiabesco, a volte splatter e violento.

Ma tutto funziona in maniera ottimale: i personaggi da scoprire, lo svolgersi della storia e i misteri di questo mondo rendono la lettura comunque appassionante, e mai comunque troppo confusa nonostante lo stile di scrittura.

Ottimo lavoro quello di Emma Rios alle matite: il suo stile di disegno è sofisticato, le sue linee sono morbide ma non creano un atmosfera leggera, quanto piuttosto l’impressione di un mondo quasi onirico. A me ha ricordato molto vagamente lo stile di Paul Pope, ma a prescindere non era facile rendere graficamente un mondo come quello western con inserti fantasy: l’autrice è riuscita nel compito, e ritengo che i disegni siano uno dei motivi principali del successo della serie.

Sarebbe curioso sapere se negli ultimi anni sia partita una moda delle rielaborazioni del genere western: finito poche settimane fa di leggere il terzo volume di East of West, dall’impronta decisamente più sci-fi ma anche li con la Morte al centro della storia: sta di fatto che il successo in patria di Pretty Deadly è davvero meritato: concept, scrittura, personaggi, disegni sono tutti di livello alto, e questo primo volume getta le basi per una serie che rischia di diventare l’ennesimo successo e l’ennesima ottima intuizione Bao.

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