Recensione: Red Rocket 7

Pubblicato il 10 Dicembre 2010 alle 11:16

Autore: Mike Allred (storia e disegni)
Casa Editrice: Bao Publishing
Provenienza: USA
Prezzo: € 17,00, 18 x 18, pp. 208


Ci risiamo. Anche stavolta ho finito di leggere il volume e mi sono chiesto: come faccio a scrivere la recensione di un fumetto come questo, zeppo di citazioni che, solo ad elencarle, richiederebbero un intero libro, per non parlare, poi, degli innumerevoli spunti di riflessione che offre? D’altronde, si tratta di un’opera di Mike Allred, celebrato autore di Madman, mito degli indie comics a stelle e strisce e, di conseguenza, che potevo aspettarmi?

Cerchiamo di farcela. Red Rocket 7, proposto da Bao Publishing, è una miniserie originariamente pubblicata dalla Dark Horse e che, successivamente, è stata inserita nel catalogo Image. Per giunta, è un’opera multimediale, considerando che Allred ha anche realizzato un film, ‘Astroesque’, e un disco (con la sua band The Gear), che sono parti integranti del progetto.

Come il lettore scoprirà, il formato del tp è quadrato e richiama quello degli lp in vinile (nella forma originaria doveva essere della misura 33 x 33). E il rock è il tema dominante di Red Rocket 7. Ma non mancano influssi della fantascienza da b-movies o della psichedelia, nonché della pop-art di Warhol e compagnia.

La storia, inizialmente caratterizzata da un feeling anni cinquanta e underground, è imperniata sul bizzarro Red Rocket 7, rockstar che fa impazzire i fans, e su una giornalista che, partendo da una semplice intervista, si trova coinvolta, suo malgrado, in una vicenda complessa e stravagante. Red Rocket 7, infatti, non è umano; è il clone di un alieno e, come se non bastasse, ci sono altri sei cloni, a loro volta eroi di stravaganti avventure, e tutti loro sono braccati da extraterrestri dalle pessime intenzioni.

La trama è ironica, con commenti impliciti sul razzismo della società americana e i suoi pregiudizi; riferimenti biblici; analisi sarcastiche sui critici che devono sempre classificare e definire tutto; e teorie cospirazioniste. Ma sullo sfondo c’è l’intera storia del rock, dal momento che Red Rocket 7 e i vari cloni interagiscono, sin dai fifties, con le più importanti rockstar del pianeta.

Nell’arco di più di duecento pagine, appaiono Chuck Berry, Little Richard, Jerry Lee Lewis (contrapposti al classico Sinatra), il d.j. Alan Freed, Fats Domino, Gene Vincent; si passa poi ai Beatles dei primordi e ai Rolling Stones (con collegamenti all’assassinio di Kennedy) e alla British Invasion, senza trascurare Kerouac e la Beat Generation, la stagione dei figli dei fiori, Bob Dylan, la rivoluzione psichedelica, omaggi ai telefilm di Batman, all’Electric Kool Aid di Cassady e Kesey; e non si trascurano neanche Jimi Hendrix, i Led Zeppelin o Brian Jones (la cui morte in piscina viene rappresentata da Allred in maniera folle!).

Si citano pure Janis Joplin e Jim Morrison o lo sbarco sulla luna e Albert Einstein che fa una breve apparizione; poi si arriva al periodo dei Pink Floyd di Syd Barret e all’era glam dell’alieno Bowie/Ziggy Stardust, con tanto di collegamenti a film come ‘L’Uomo che Cadde sulla Terra’ e ‘Velvet Goldmine’. Ci sono i Kiss e varie heavy metal bands, i Sex Pistols, e gli anni ottanta di MTV (e qui non posso elencare tutti gli artisti inclusi da Allred!) e la story-line culmina con il grunge di Kurt Cobain e l’alternative e con i Dandy Warhols (amici di Allred nella vita reale) che hanno un ruolo preponderante negli ultimi capitoli.

La struttura del fumetto è intrigante, con vari piani di narrazione, alcuni ambientati nel passato e raccontati in prima persona dai cloni, intrecciati nello stile di un cut-up burroughsiano. E le tematiche non sono banali, dal momento che Allred riflette sui concetti di tempo e identità, con stilemi esistenzialisti.

I disegni sono magnifici, ispirati al pop, con tante soluzioni visive intriganti (la riproduzione della cover di Sgt. Pepper’s, locandine, fotografie di copertine dei dischi dei Radiohead, per esempio, o dei B-52’s; e ci sono strizzate d’occhio agli amici cartoonists Paul Pope e Mike Mignola. Tutto ciò è Red Rocket 7, avvincente space-opera che è un immenso atto d’amore nei confronti del rock. Un’opera, dal punto di vista qualitativo, enorme. Da segnalare anche i colori di Laura Allred, la prefazione del regista Robert Rodriguez e la post-fazione del cantante dei My Chemical Romance, Gerard Way. Da non perdere.


Voto: 9

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