Recensione Fratelli – Bottero Edizioni

Pubblicato il 14 Aprile 2010 alle 14:12

Autore Roberto Battestini (testi, disegni)
Casa Editrice Bottero Edizioni
Provenienza Italia
Prezzo € 20,00
A cura di: Sergio L. Duma


L’ho già scritto in altre occasioni ma lo ripeto: ho problemi con il fumetto italiano. Un po’ per gusto personale; un po’ perché buona parte delle proposte editoriali italiane mi sembrano caratterizzate da sostanziale conformismo e da mancanza di inventiva. E questo vale sia per i fumetti popolari che per quelli cosiddetti ‘d’autore’ (ammesso e non concesso che tale distinzione abbia ancora un significato). In poche parole, stento a trovare in Italia qualcuno che possa reggere il confronto di Grant Morrison, Neil Gaiman o Alan Moore. Mi riferisco più che altro agli sceneggiatori e non tanto ai disegnatori (di artisti dal tratto validissimo ce ne sono a bizzeffe e se ne sono accorti anche Marvel e DC).

In un certo qual modo, ritengo che numerosi cartoonist del Bel Paese non fanno altro che proporre le stesse trovate narrative, senza avere il coraggio di sperimentare e la capacità di trovare strade nuove. Alcuni si limitano a produrre storie che sanno di letto e riletto; altri, invece (e forse è il caso peggiore) si rinchiudono in un orticello privato, pensando più che altro al loro narcisismo creativo e non al grande pubblico. Certo, mi direte: per quale ragione non fai i nomi? E potrei farli, se non fosse che il discorso richiederebbe uno spazio molto più vasto di quello che posso utilizzare per una recensione.

Perché questa premessa? Perché da diversi mesi, per esempio su ‘Mega’, Alessandro Bottero non ha fatto altro che incensare Fratelli, graphic novel di Roberto Battestini, da lui presentata come esempio di fumetto fuori dagli schemi, denunciando, peraltro, l’assoluta, a suo dire, indifferenza che lettori e recensori hanno dimostrato nei confronti di tale opera. Sinceramente, mi sono incuriosito e ho letto il volume in questione, lo confesso, con molte aspettative.

Un paragone che mi viene di fare è con il cinema nostrano. Da anni, i registi italiani si sono ridotti a proporre o le solite commediole scipite o pellicole bolse e noiose che non sono altro che il risultato delle loro pippe mentali: le classiche situazioni da ‘due stanze e cucina’ che i post-morettiani realizzano con insistenza, rivelando, anche in questo caso, un’assoluta mancanza di idee. Ecco, Fratelli, a mio modo di vedere, è il corrispettivo di questo tipo di cinematografia.

Trattasi della storia (e uso il termine perché sono generoso) della famiglia di Battestini e, in particolare, dei suoi fratelli. Ora, dal punto di vista delle esigenze espressive, possiamo dire che Battestini, in quanto autore, è libero di affrontare tutti gli argomenti che vuole. Ma a me lettore, sinceramente, può fregare qualcosa della sua famiglia? Battestini dimentica che ciò che può essere rilevante per lui può non esserlo per il pubblico, a meno che le vicende narrate non siano frutto di un particolare talento narrativo in grado di avvincerlo.

Ma il talento non c’è. Fratelli non ha una storia. È casomai un insieme di embrioni di storie, mai pienamente sviluppate, e si ha l’impressione di essere il frutto di un impulso auto-referenziale e velleitario. Battestini non compie nessuno sforzo per cercare di comunicare davvero con il lettore; è come se se ne fregasse di lui, con un atteggiamento tipo ‘quello a cui faccio riferimento conta per me e basta; tutto ciò che non va al di là del mio ombelico posso tranquillamente ignorarlo’. Parlerei di minimalismo; se non fosse che in questa graphic novel il minimalismo, vero o presunto, è il pretesto per nascondere il niente. Inoltre, molti degli accenni che Battistini fa nei confronti delle vicende da lui considerate risultano oscuri. In parole povere, possono essere comprese solo da lui e dai componenti della sua famiglia.

Dal punto di vista grafico, il libro è interessante, anche se non eccelso, e Battestini rivela una certa sicurezza nel tratto. Ma i testi sono inesistenti. E, diciamolo brutalmente, su questo versante Battistini è penoso. Allora mi domando: come spera Alessandro Bottero di andare avanti propinando questa roba? E, soprattutto, come può pretendere di fare la morale a quei lettori e recensori che ignorano un fumetto che, a conti fatti, è la quintessenza del nulla? Comunque, stavolta non potrà dire di essere stato ignorato. Ho comprato un libro pubblicato da Bottero. E l’ho letto. E, per concludere, la spesa si è rivelata uno spreco di denaro. E la lettura uno spreco di tempo.


VOTO 5

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