La città dei cuori innocenti, la recensione del volume vincitore del Lucca Project Contest 2013

Pubblicato il 27 Gennaio 2015 alle 10:15

Quando si è disposti a sacrificare la propria anima pur di essere felici, il rischio è quello di trasformarsi in mostri senza pietà e pieni d’odio. Tristi. Soli.

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Da dieci anni, ormai, il Lucca Project Contest – Premio Giovanni Martinelli, è fucina e Agorà di autori di fumetti di ogni genere, ogni età, ogni provenienza. Il concorso, indetto da Lucca Comics & Games con la collaborazione di Edizioni BD, è aperto a tutti e, oltre ad un premio in denaro, offre al vincitore l’eccezionale opportunità di vedere la propria opera pubblicata a livello nazionale, rappresentando così, anno dopo anno, un vero e proprio trampolino di lancio per tanti artisti di talento che non avevano ancora trovato la loro strada per affermarsi nella grande e intricata giungla dell’esordio editoriale.

Trionfatrice della scorsa edizione del Contest, la storia di Silvia Vanni La città dei cuori innocenti, prende finalmente corpo cartaceo grazie a Edizioni BD, in una veste grafica di grande pregio ed accompagnata da brevi estratti delle due opere segnalate dalla giuria, Dock 0 di Gianluca Girelli e Nastasia Kirchmayr e Il tempio delle lampadine – La fuga, di Luca Lenci.

La città dei cuori innocenti narra la storia di una città divisa in due: una zona proibita, dove nessuno può entrare e dove è custodito un segreto pericoloso, e la parte abitata, dove le persone fingono di dimenticare, alcune volte riuscendoci, altre volte costringendosi a mentire. Il tempo è un futuro, non lontano da noi e non troppo irreale, in cui la terra è intossicata e si sta inaridendo, in cui frutta e ortaggi freschi sono diventati lussi simili a gioielli e le storie del passato sono guardate con commiserazione e sarcasmo. Poetry Thopson, giovane postina di paese, rimasta orfana con il fratellino Tim, possiede la dote sempre più rara e preziosa di saper ascoltare e sapersi fidare. Per questo decide di far visita ad un vecchio,scontroso amico del padre che vive nel bosco oltre la zona proibita e per questo decide di credere alla ragazzina sconvolta che le corre incontro, raccontando strane e inquietanti storie riguardo ad un demone in sembianze di donna tra le cui grinfie sarebbero caduti i suoi due amici.

Quello che era cominciato come uno scherzo di Halloween, come una prova di coraggio nella spaventosa città proibita, diventa l’inizio di un incubo per Poetry e i suoi amici. I bambini di tutta la città cominciano a svanire nel nulla e segreti dal passato gettano sospetti e paure tra vecchi legami di amicizia. Decisa ad impedire che la tragedia avvenuta cinquant’anni prima si ripeta ancora e a proteggere ad ogni costo il fratellino Tim, la coraggiosa Poetry si immerge in un’indagine oltre il limite del soprannaturale per venire a capo dell’enigma che tiene in scacco l’intera città.

Suonerà un po’ patriottico, ma uno dei motivi per cui si rimane affascinati da questa bella avventura è la sua ambientazione squisitamente italianeggiante. La città di Poetry, con i tetti di tegole rosse, le piazzette, le botteghe di frutta e le chiesette abbandonate tra i boschi è un inno alla terra dell’autrice, originaria di Castelnuovo di Garfagnana. Certo, non mancano gli elementi di estraneità, come la vecchia sciamana di aspetto Irochese o le divise da college degli ex-studenti, ma resta nel sottofondo un sapore di quotidianità che fa pensare all’italico lettore che tutto ciò potrebbe avvenire nel suo piccolo, apparentemente tranquillo paese di provincia. Grande merito di La città dei cuori innocenti è poi quello di non lasciare mai cadere il ritmo della narrazione, sempre avvincente e trascinante. Certo, i colpi di scena non sono sempre imprevedibili, ma anche quando cade in qualche luogo comune del genere mistery-fantastico, la narrazione di Silvia Vanni riesce a rialzarsi volenterosamente grazie alla sua grande freschezza e vivacità

Il disegno, poi, è moribido e curvilineo, grazioso, quasi cartoonistico, più interessato a seguire le onde rapide della trama che corre, piuttosto che a soffermarsi sui dettagli delle anatomie e della composizione, ma non per questo meno gradevole. Adatto, insomma, alla storia cucita apposta da Silvia Vanni, insieme autrice e disegnatrice. Grande importanza rivestono poi i colori e le luci, superbamente espressivi; con grande attenzione cromatica si sono raffigurati i rossi pomeriggi della città malinconica, i pallidi interni della villa degli amici di Poetry e gli antri nero, viola e verdi dove si annidano i misteri più inquietanti.

La città dei cuori innocenti è l’ottima prova, entusiastica e convincente, di un’autrice capace, al proprio esorido, di conquistare una giuria di respiro internazionale comprendente maestri del calibro di Ervin Rustemagic, editor di Hermann. Un talento fresco e giovanile che saprà di certo sorprenderci ancora e provare nuove strade.

Da ricordare e applaudire, infine, l’utilizzo del booktrailer per promuovere il racconto vincitore del Lucca Project Contest. In un ‘era in cui il libro “classico” e bidimensionale cede il passo a creazioni sempre più multimediali, il booktrailer è uno strumento eccellente (se ben costruito ed è questo il caso) per intrigare, incuriosire e invitare alla lettura anche chi, di fronte alla semplice copertina, passerebbe oltre, inconsapevole di lasciarsi alle spalle un’ostrica piena di promesse. E’ la filosofia, citando i Savoy Brown, del “taste and try, before you buy”, del provare prima di decidere. Una scuola di pensiero che, in questi tempi di crisi della cultura e del portafoglio, il mondo dell’editoria non può permettersi di rifiutare altezzosamente.

Edizioni BD non si limita però a pubblicare il fumetto vincitore del Lucca Project Contest. In calce a La città dei cuori innocenti, come inattesti dessert, sono servite due chicche, due estratti delle opere menzionate in maniera speciale dalla commissione valutante.

DOCK O, episodio madre de La Ballata dei sette mari, scritto da Gianluca Girelli e Nastasia Kirchmayr, presenta al lettore il giovane Javier, che, dopo un’infanzia trascorsa saltando tra un cavo e una gru del porto della sua città, decide di cercare il suo destino imbarcandosi nel dirigibile che è stato capace di salvare. E poi IL TEMPIO DELLE LAMPADINE – LA FUGA, di Luca Lenci, poche pagine di corsa sfrenata, di fuga, appunto, da un orrendo gigante senz’occhi, attraverso un mondo fetido e decadente simile ad un enorme e velenoso impianto petrolchimico, sufficienti però a farci trascinare dalla matita rapidissima dell’autore e da quella che ha tutta l’aria di essere una storia mozzafiato.

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