Devil & i Cavalieri Marvel n.32 – Recensione Panini Comics

Pubblicato il 26 Settembre 2014 alle 10:30

Resa dei conti finale tra Devil e i Figli del Serpente, con conseguenze che stravolgeranno per sempre la vita dell’avvocato cieco ! Si conclude poi la storia con protagonista Bullseye, nella quale dovrà tornare alla sua vecchia passione: il baseball ! I Thunderbolts invece dovranno affrontare un dott. Strange impazzito e un’orda di fate mostruose ispirate ai romanzi del grande H.P. Lovecraft !!!

Devil & i Cavalieri Marvel n.32

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Autori: Mark Waid, Chris Samnee, Charlie Huston, Shawn Martinbrough, Ben Acker, Ben Blacker, Matteo Lolli
Casa editrice: Panini Comics
Provenienza: Stati Uniti
Genere: Supereroistico, 17×26, S., 80 pp., col.
Prezzo: 3,50 euro
Anno di pubblicazione in Italia: 2014

L’antologico della Panini Devil & i Cavalieri Marvel si appresta ad entrare ufficialmente nella fase All-New Marvel NOW, ovvero il secondo rilancio generale che ha coinvolto la maggior parte delle testate Marvel, con team artistici e soluzioni narrative del tutto rinnovate.

La serie del Diavolo Rosso in realtà subirà un cambiamento che riguarderà solo il personaggio e non gli autori coinvolti, in quanto Mark Waid e Chris Samnee resteranno ancora saldi al timone di comando, forti anche dei tanti riconoscimenti ricevuti in questi anni, da parte di critica e pubblico.

Waid ha avuto certamente il merito ( e il coraggio ) di sapersi affrancare dopo oltre trent’anni dall’ombra di Frank Miller, che di fatto ha segnato la strada anche per tutti gli scrittori che gli si sono succeduti, mantenendo la serie del Cornetto su toni cupi e drammatici, dal taglio violento e hard-boiled. Waid invece ha voluto provare davvero un cambio di rotta, rifacendosi ( come spesso avviene in un rilancio ) alle storie originarie del personaggio, caratterizzate dall’inconfondibile stile frizzante e ironico di Stan Lee, dove comunque non mancavano drammi e momenti più seriosi.

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Anche lo stile grafico squisitamente retrò di Paolo Rivera e Marcos Martin, in seguito sostituiti in pianta stabile dall’altrettanto valido Samnee, ha il chiaro intento di richiamare/omaggiare il passato, tornando ad atmosfere più briose e fumettistiche, nel più classico Marvel-style. Questo cambiamento così netto ha portato una ventata d’aria fresca nella serie, che si stava un po’ troppo inabissando intorno ai drammi interiori del protagonista, perennemente in bilico sull’orlo del baratro

La verve iniziale di questa nuova gestione è andata però via via scemando, alternando sempre di più storie divertenti e ben scritte ad altre fin troppo esili e di poca sostanza. Ne sono un esempio gli improbabili “team-up” con Silver Surfer e la Legione dei Mostri, o quest’ultima saga dei Figli del Serpente, che parte bene, con buone premesse, ma si rovina con un finale dallo svolgimento frettoloso e poco convincente, se escludiamo il colpo di scena che darà origine a tutti i futuri cambiamenti della serie.

Speriamo che questo rilancio ulteriore possa riportare nuova linfa vitale a livello narrativo e in generale un Waid un po’ più ispirato, mentre Samnee continua a svolgere un ottimo lavoro a livello grafico, raffinando costantemente il suo tratto pulito e stilizzato, ma anche molto espressivo, perfettamente in linea con lo spirito della serie ed  efficace sia nelle sequenze più movimentate che in quelle più riflessive e oscure, grazie ad un sapiente utilizzo di chiaroscuri e campiture nere semplici e ben definite.

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Sempre in questo numero si conclude la storia in due parti con protagonista Bullseye, uno dei più letali avversari del Diavolo Rosso, recentemente ripescato anche da Waid, in una versione del tutto nuova e inquietante. Il racconto in questione però è un ripescaggio del 2011, quando il nostro tiratore scelto era ancora in ottima forma e si guadagnava da vivere uccidendo persone nelle maniere più disparate e impensabili.

Forse non molti sanno che Bullseye prima di diventare un killer professionista era stato anche un giocatore di baseball e il romanziere pulp Charlie Huston ( noto soprattutto per il rilancio nel 2006 di Moon Knight ) focalizza la sua storia proprio su quest’aspetto, sfruttando come pretesto la commissione dell’omicidio di un giocatore. Bullseye tornerà quindi alla sua vecchia passione, infiltrandosi in una squadra minore, per poi salire rapidamente di livello e arrivare al suo obiettivo, ma sarà in grado alla fine di separare il lavoro dall’agonismo sportivo ?!?!

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Huston in pratica scrive una sorta di trattato sul gioco del baseball e una celebrazione dello stesso, infarcendolo con qualche ammazzamento sanguinolento, immancabile in ogni storia che abbia come protagonista il killer col bersaglio sulla fronte. Nel complesso però il suo racconto, impostato come un monologo/intervista, risulta piuttosto noioso e trascurabile se non si ama ( o non si conosce ) particolarmente lo sport in questione. Negli Stati Uniti, del resto, il baseball è uno degli sport più seguiti in assoluto, mentre qui in Italia non ha attecchito granché…..

Buona la prova ai disegni di Shawn Martinbrough, le cui illustrazioni ombrose e crepuscolari fungono più che altro da contorno al racconto di Huston, che funzionerebbe tranquillamente anche solo con lo scritto, visto che i dialoghi sono soppiantati da una voce narrante che predomina e porta avanti ( da sola ) la narrazione.

Chiude l’albo il primo Annual della nuova serie dei Thunderbolts, attualmente guidati dal generale Ross, alias Hulk Rosso, il quale ha deciso di circondarsi di tutti personaggi piuttosto instabili e poco raccomandabili come Deadpool, Venom,
Elektra, il Punitore, il Capo Rosso
e Mercy. Un cast davvero esplosivo, messo assieme per compiere missioni altamente pericolose e non ufficiali, nelle quali nessun governo o supereroe più “blasonato” si invischierebbe mai….

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Dopo una partenza piuttosto insipida ad opera di Daniel Way, la serie ha ripreso un po’ di verve con l’arrivo di Charles Soule, che ha spinto soprattutto sull’azione frenetica e una buona dose di humour nero, rendendo giusto un po’ più appetibile la lettura, ma senza particolari picchi a livello narrativo…

Purtroppo questo Annual non fa eccezione e la coppia di scrittori Ben Acker e Ben Blacker imbastisce una trama piuttosto stupida e poco avvincente, che strappa a malapena una mezza risata. La rutilante squadra di eroi dovrà affrontare un Dott. Strange apparentemente impazzito ( e in mutande ! ), servendosi di armi magiche sottratte a Elsa Bloodstone e Valchiria, e altre gentilmente offerte dal W.A.N.D., il dipartimento dello S.H.I.E.L.D. specializzato nell’occulto e in minacce sovrannaturali.

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E’ evidente però che gli attuali componenti dei Thunderbolts siano fuori posto in un contesto “magico”, e una sceneggiatura così esile di certo non migliora le cose, nonostante l’apprezzabile citazione delle mostruose fate di H.P. Lovecraft. Matteo Lolli, altro talento nostrano in forze alla Marvel, si dimostra all’altezza della situazione, anche se il suo stile è piuttosto convenzionale e non brilla per originalità, ma ha comunque buone potenzialità e ampi margini di miglioramento, considerando che è ancora agli inizi della sua carriera.

In conclusione, l’antologico  Devil & i Cavalieri Marvel chiude la sua fase Marvel NOW non proprio in maniera scoppiettante e lasciandoci diverse perplessità. Non resta che vedere se questo ulteriore rilancio, che tra l’altro riporterà anche il Punitore e Ghost Rider con le loro rispettive ( nuove ) serie, alzerà effettivamente il livello generale della testata Panini.

Voto: 5/6

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