9/11 – La Nascita di Al-Qaida: Recensione Mondadori Comics

Pubblicato il 17 Luglio 2014 alle 10:30

Tutti sappiamo cosa è accaduto l’undici settembre a New York. Ma cosa è successo prima? Quali sono stati gli avvenimenti che hanno dato vita a uno degli atti terroristici più drammatici della storia? Lo scoprirete nel volume della collana Historica intitolato 9/11!

Historica vol. 21 – 9/11 – La Nascita di Al-Qaida

Historica_v21_cover

Autori: Jean Claude Bartoll, Eric Corbeyran (testi), Jef (disegni)
Casa Editrice: Mondadori Comics
Genere: Spionaggio
Provenienza: Francia
Prezzo: € 12,99, pp. 154, col.
Data di pubblicazione: luglio 2014

L’undici settembre del 2001 è una data entrata nell’inconscio collettivo e nessuno può dimenticare l’impatto del crollo delle Twin Towers, immagine degna di un film catastrofico di Hollywood. In effetti, la portata mediatica dell’avvenimento è innegabile e alcuni, come il compositore Stokhausen, considerarono l’attentato alla stregua di una performance artistica, suscitando l’indignazione generale. Ma coloro che architettarono un attacco di tale portata agli Stati Uniti cercarono appunto di svolgere un’operazione dirompente anche e soprattutto dal punto di vista visivo. E le televisioni del mondo intero contribuirono ad amplificarne l’effetto.

Ciò che è accaduto in seguito è noto ed è altresì nota la versione ufficiale dei fatti: responsabile dell’undici settembre è l’organizzazione Al–Qaida, guidata da Osama Bin Laden, e alcuni esponenti del gruppo dirottarono due aerei costringendo i piloti a schiantarsi sulle Torri Gemelle. Ma questa è, appunto, la verità ufficiale e c’è chi non l’accetta. Io sono tra questi e ho una mia opinione al riguardo. Ma non la esprimerò perché non è l’oggetto della recensione. Sia i sostenitori della tesi ufficiale sia gli scettici si pongono comunque varie domande: perché è accaduta una cosa simile? Quali sono state le motivazioni? E l’attentato poteva essere evitato?

È a tali domande che cercano di rispondere Jean Claude Bartoll ed Eric Corbyeran con 9/11, serie di area bd di sei episodi. Le prime tre puntate sono tradotte da Mondadori Comics in un volume della collana Historica e stavolta si tratta di una proposta differente, dal momento che si concentra su un avvenimento storico, ovviamente, ma molto vicino a noi. I due scrittori partono con il momento drammatico del crollo delle torri ma poi vanno indietro nel tempo, raccontando in maniera precisa e dettagliata tante vicissitudini che fungono da preparazione e anticipazione dell’orrore. E lo fanno, in ossequio alla tradizione del romanzo storico, utilizzando personaggi reali e altri inventati, a cominciare dagli agenti dei servizi segreti americani Cindy Mayer e John O’Neill.

La prima, in particolare, impegnata nei primi anni novanta in una missione pericolosa, identifica un individuo, Osama Bin Laden, un ricchissimo imprenditore. L’uomo è un fanatico islamista che ha messo in piedi un’organizzazione denominata Al-Qaida e ha pessime intenzioni nei confronti degli Stati Uniti. A giudicare dalla documentazione in possesso della donna, Bin Laden sta pensando a un attentato all’interno del territorio americano. Lei vuole fermarlo ma nel momento cruciale giungono gli ordini dall’alto: Bin Laden deve essere lasciato in pace. Cindy è perplessa e irritata ma obbedisce, suo malgrado. Le motivazioni dei superiori sono risibili: Bin Laden è un buffone, non avrà mai il coraggio di attaccare gli USA, le sue sono parole a vuoto. Ma Cindy sente che non è così e dello stesso parere è John O’Neill, funzionario dell’intelligence che propone a Cindy di collaborare con lui, intuendo che il futuro sarà problematico.

Man mano che la story-line procede, Bartoll e Corbeyran descrivono le contraddizioni, le ipocrisie, le ambiguità morali dell’Occidente e del mondo islamico senza fare sconti a nessuno. Dimostrano che Bin Laden ha contatti con gli USA e che gli stessi governi americani sono legati a filo doppio con le case reali saudite, con gli sceicchi e con i peggiori elementi mediorientali per ragioni di realpolitik. In poche parole, rappresentano un mondo non diviso tra buoni e cattivi. Qui nessuno è buono. Il terrorismo non viene giustificato e meno che mai la feroce repressione dei talebani e la dura imposizione della sharia; ma non si giustifica neanche l’imperialismo occidentale che protegge i criminali quando sono utili e li schiaccia nel momento in cui non servono più.

Con un ritmo lento ma avvincente, 9/11 è una spy story con personaggi intriganti, a cominciare dallo stesso Bin Laden per continuare poi con sceicchi che blaterano dell’Islam e deplorano l’opulenza dell’Occidente mentre vivono nel lusso più sfrenato, in contrapposizione alla povertà e al degrado delle popolazioni; con politicanti imbelli e corrotti che spesso non sanno nemmeno di cosa parlano; di businessmen e di banchieri senza scrupoli pronti a fare affari con i terroristi; con poveri fanatici disposti a farsi saltare in aria manipolati dagli imam e così via. E non mancano ritratti al vetriolo di Dick Cheney, per esempio, di Clinton o di Condoleeza Rice che contribuiscono ad accentuare la plausibilità e la verosimiglianza della narrazione.

Con simili tematiche il rischio della propaganda era notevole. Ma Bartoll e Corbeyran hanno per fortuna scelto l’equidistanza, limitandosi a raccontare gli avvenimenti senza dare giudizi, utilizzando peraltro uno stile di scrittura secco e incisivo. Dimostrano che le guerre e i terrorismi non sono provocati dalla politica, dall’ideologia, dalle religioni o dal disagio nato dalle ingiustizie sociali. No, quelle sono scuse. Le guerre e gli attentanti, ci spiegano gli autori, sono provocati dal denaro e dall’ansia del guadagno a tutti i costi. E questo concetto è onnipresente nella trama.

Dal punto di vista grafico, 9/11 è ottimo, grazie ai minuziosi e iperrealisti disegni del bravissimo Jef. Il suo stile è naturalistico, quasi fotografico, e sovente in effetti utilizza foto ritoccate con pregevoli risultati. In alcuni momenti mi ha fatto venire in mente Riccardo Burchielli e nel complesso svolge un buon lavoro, caratterizzando abilmente i personaggi e costruendo le tavole con inquadrature dal taglio cinematografico. Sono poi da tenere d’occhio le sequenze d’azione di indiscutibile dinamismo e vanno lodati i colori, ora intensi ora evanescenti, dello stesso Jeff e dell’altrettanto brava Jocelyne Charrance. Per concludere, quindi, abbiamo a che fare con l’ennesimo gioiello della collana Historica. Da provare.

Voto: 8 ½

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