Recensione Atomic Robo 1 – Atomic Robo e Gli Scienziati Combattenti della Tesladyne – ReNoir Comics

Pubblicato il 4 Ottobre 2010 alle 10:28

Autori: Brian Clevinger, Christian Ward (testi), Scott Wegener, Joshua Ross, Zack Finfrock, Christian Ward, Nik Klein (disegni)
Casa Editrice: ReNoir
Provenienza: USA
Prezzo: € 16,00, 16 x 24, pp. 184


Si è fatto un gran parlare di questo personaggio e delle miniserie ad esso dedicate, pubblicate negli Stati Uniti dall’etichetta indie 5 Red Comics, e cioè Atomic Robo, ideato dallo sceneggiatore Brian Clevinger e dal disegnatore Scott Wegener. E peraltro Atomic Robo ha suscitato l’entusiasmo di gente del calibro di Matt Fraction o C.B. Cebulski ed è stato per giunta candidato due volte all’Eisner Award.

Innanzitutto, chi è Atomic Robo? O meglio, cos’è? È un robot inventato dal geniale scienziato Nikola Tesla nel 1923. Dotato di un’intelligenza automatica, Atomic Robo, dopo aver partecipato nel 1938 a un’operazione segreta militare, ha fondato la Tesladyne, un gruppo di scienziati e non solo, dediti a studiare e ad affrontare minacce di vario tipo.

Il character, per ciò che concerne il look, ha un casco che può richiamare vagamente il Rocketeer del compianto Dave Stevens e, in parte, Iron Man. È pressoché imbattibile ed è per giunta dotato di un particolare senso dell’humour. In questo primo volume, intitolato ‘Atomic Robo e gli Scienziati Combattenti della Tesladyne’, Clevinger ci introduce l’eroe e il suo variegato cast di comprimari.

Peraltro, lo pone subito in situazioni in cui la science-fiction, specie quella da b-movie, la fa da padrona: organizzazioni naziste, insetti giganti, robot aggressivi. Il tutto, peraltro, narrato da Clevinger tramite una scansione che fa dei flashback e dei flashforward la cifra stilistica dominante.

Ma Atomic Robo giustifica tanto entusiasmo? Sinceramente, se consideriamo il fumetto dal punto di vista del disegno, darei una risposta affermativa. Scott Wegener, con il suo tratto fluido e dinamico, con qualche reminescenza manga, valorizzato dai colori di Ronda Pattison, è bravissimo e direi che è lui il vero e proprio punto di forza del serial.

Inoltre, in questo primo tp ci sono le cosiddette ‘Storie B’, in pratica back-up stories ambientate in diverse epoche e illustrate da ottimi cartoonists (vanno segnalati, in particolare, Joshua Ross e Nik Klein), che non fanno altro che confermare la qualità dell’aspetto meramente grafico di Atomic Robo.

Ma i testi? Onestamente, Clevinger se la cava, specie nei dialoghi; ma nel complesso mi aspettavo di più e, anche per ciò che concerne le storie vere e proprie, è indubbio che l’autore dimostri di possedere fantasia ed inventiva (appare persino lo scienziato Stephen Hawking!) ma, in generale, direi che il serial non si discosta più di tanto da altri comic-book statunitensi.

Forse sono troppo difficile io; ma, almeno in questa uscita iniziale, mi sembra che il fumetto sia troppo commerciale, facile e anche superficiale per i miei gusti. Si tratta di un prodotto di intrattenimento e stop, indubbiamente ben realizzato ma non migliore di altri comics analoghi. Tuttavia, potrà piacere agli amanti della fantascienza e va detto che l’edizione italiana della Renoir è impeccabile sia per la qualità di stampa sia per la traduzione.


Voto: 6

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