Belem: L’ultima traversata, la recensione di Historica 15

Pubblicato il 24 Febbraio 2014 alle 11:31

Con la quindicesima uscita, la collana Historica e il pittore Jean-Yves Delitte ci fanno vivere gli ultimi anni della navigazione a vela insieme all’equipaggio di uno dei più bei velieri di sempre, la francese Belem.

Historica 15 belem cover Belem – L’ultima traversata
Historica vol. 15

Autori: Jean-Yves Delitte (storia & disegni)

Casa Editrice: Mondadori

Genere: Avventuroso, Navigazione.

Provenienza: Francia 2006/2010

Prezzo: € 12,99, pp. 202, col.

Data di pubblicazione: Gennaio 2014

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Dopo la terza parte di Vae Victis, Historica compie un deciso balzo nel tempo e dalla Roma di Giulio Cesare ci porta in giro per l’Oceano Atlantico agli inizi del 1900: i mari non sono più dominio di maestosi vascelli a vela, ormai pensionati dalla rapidità e l’indipendenza dagli elementi del vapore. Una delle ultime navi a muoversi ancora spinta dal vento è la Belem, splendido tre alberi varato nel 1896 e destinato a trasportare merci tra l’Europa e il Sudamerica.

Fedele al titolo Historica, Belem – L’ultima traversata è basato quasi totalmente su fatti realmente accaduti. Il veliero da cui prende il nome è esistito ed è anzi ancora utilizzato tutt’oggi come nave scuola della Marina Francese, dopo essere passato per le mani persino dei nostri carabinieri. Lo sceneggiatore e disegnatore Jean-Yves Delitte ha tratto le quattro storie presenti in questo volume dai diari dell’equipaggio e dalle cronache esistenti su questa nave, ritenuta una delle più belle della sua epoca e soprannominata, per la sua eleganza, Yacht Nantais (in quanto faceva base a Nantes; ma questo soprannome si rivelerà azzeccato nella sua seconda vita come yacht per un duca inglese).

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Nel fumetto seguiremo quindi la Belem fino alla conclusione della sua vita come nave mercantile, nel 1914: tra una tempesta e una consegna del carico conosceremo il suo equipaggio e il suo capitano, affezionati alla loro nave e fieri delle occhiate ammirate che le vengono rivolte in ogni porto. La Belem non è mai stata un vascello da guerra, quindi non aspettatevi azione alla Master & Commander. L’essere scampata alla devastante eruzione del vulcano Pelee nel 1908 e l’incontro/scontro (splendidamente rappresentato) con una nave a vapore sono probabilmente gli avvenimenti più eccitante mai avvenuti nei suoi viaggi nell’Atlantico.

Passando alle singole storie (che sono quattro, ambientate in anni diversi) si può notare una netta differenza tra le due centrali  e la prima e l’ultima: queste sono infatti decisamente superiori, per atmosfera ed efficacia della narrazione, alle altre. E non è un caso che la trama non ingrani e l’attenzione del lettore si spenga proprio quando l’azione si sposta dal mare alla terraferma, ovvero esattamente nelle storie centrali e più in particolare nella terza (quella dell’evasione) che si fa fatica a completare, tra svolte narrative forzate ed eventi in definitiva poco interessanti. Al contrario la prima e la quarta, centrate rispettivamente intorno all’avventura del viaggiare a vela e alla perdita della poesia e della vera anima della navigazione con l’avvento del vapore, sono ottime storie. Specialmente l’ultima, in cui la malinconia dell’equipaggio (soprattutto del nostromo Rio, incarnazione stessa del “vero” marinaio) che comprende di essere una reliquia del passato destinata a scomparire è tangibile e convogliata al lettore in maniera esemplare.

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Il fatto che Delitte sia a proprio agio con temi marinari non dovrebbe sorprendere: si tratta infatti il pittore ufficiale della Marina Belga, e questo non è il suo primo fumetto con “protagonista” una nave. Se però le vignette che ritraggono la Belem o i mari e le isole in cui si muove sono incredibilmente dettagliate e affascinanti, spesso l’autore inciampa su piccoli inconvenienti tecnici impossibili da non notare. Un esempio è l’incertezza nel ritrarre l’interazione tra esseri umani: una quantità spropositata di personaggi osserva l’interlocutore (o le cose che lo circondano) con la coda dell’occhio, anche quando gli si trova di fronte, e dopo un po’ si nota come le pose dei personaggi siano quasi sempre le stesse. Sul piano narrativo è esagerato l’uso fatto delle didascalie, spesso inserite per esplicare un cambio di luogo o tempo già perfettamente chiaro di per se; altre volte sono invece troppo lunghe o piene di informazioni superflue (una introduce l’ennesimo trivia con le parole “un piccolo aneddoto”!). Destabilizzante ma degno di essere raccontato è anche un attacco totalmente gratuito e fuori contesto ai critici d’arte: uno dei personaggi (che non ha nulla a che fare con il mondo dell’arte) ne incontra infatti uno che non aveva alcuna ragione valida per essere lì, lo insulta e se ne va.

In conclusione questo volume autoconclusivo, seppur inficiato da un episodio molto debole e da alcune scelte stilistiche infelici (ma ce ne sono anche di indovinate ed evocative, come il cielo pesante e nuvoloso ogni volta che appare una nave a vapore), si mantiene sugli stessi buoni livelli a cui la collana Historica ci ha abituato: l’amore per il mare e la navigazione (la vera navigazione) conquisteranno anche il più terricolo dei lettori.

Voto: 7

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