Bouncer n. 1, la recensione del western di Alejandro Jodorowski

Pubblicato il 25 Novembre 2013 alle 11:30

Editoriale Cosmo propone uno dei western più violenti e incisivi  del fumetto bd: Bouncer, scritto dal visionario Alejandro Jodorowki e disegnato dal grande Francois Boucq! Non perdete le drammatiche vicissitudini dello spietato buttafuori senza un braccio alle prese con spietati assassini!

Bouncer n. 1

Autori: Alejandro Jodorowski (testi), Francois Boucq (disegni)

Casa Editrice: Editoriale Cosmo

Genere: Western

Provenienza: Francia

Prezzo: € 3,20, 16 x 21, pp. 128, b/n

Data di pubblicazione: novembre 2013

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L’Editoriale Cosmo sta continuando a proporre pregevoli fumetti di area bd in albi in bianco e nero dal formato bonellide a un prezzo contenuto. In questo modo abbiamo potuto apprezzare autentici gioielli come, per esempio, La Leggenda. E questo mese la casa editrice pubblica un’altra pietra miliare della letteratura disegnata: Bouncer, saga western scritta da Alejandro Jodorowski e disegnata da Francois Boucq. Probabilmente molti già la conoscono poiché Magic Press l’aveva tradotta nella versione originale a colori. Ma l’edizione in bianco e nero è meritevole di attenzione e ha il pregio, lo ripeto, del costo contenuto.

E coloro che ancora non conoscessero le drammatiche vicende del buttafuori monco partorito dalla fervida immaginazione del regista di pellicole visionarie e trasgressive come El Topo e La Montagna Sacra avranno una lieta sorpresa. Del resto, Jodorowski non è un autore qualsiasi: regista, drammaturgo, romanziere e, appunto, fumettista, ha sempre realizzato opere immaginifiche e allucinanti, violente e provocatorie. Non è trascurabile l’influsso dell’esoterismo e dell’occultismo che l’ha spinto a ideare  la cosiddetta Psicomagia, lettura dei tarocchi che mixa analisi psicologica, filosofia e surrealismo e conta tra i suoi estimatori artisti del calibro di Franco Battiato e Marilyn Manson.

Jodorowski non è nuovo al western e infatti il suo film più celebre, El Topo, rientra nella categoria. Ma il west di Jodorowski è più efferato di quello canonico reso popolare dalla cinematografia USA e non privo di elementi allucinatori (la pellicola fu definita ‘western alla mescalina’). E Bouncer ha diversi punti in comune con El Topo, a cominciare dal tema della vendetta. Altre analogie sono rappresentate dall’esasperata simbologia religiosa, spesso presentata in maniera blasfema, nonché i personaggi stravaganti e sopra le righe inconsueti per il genere western.

Bouncer si svolge in un periodo successivo alla Guerra di Secessione. I sudisti hanno perso ma sono ancora un pericolo e bande di disperati pronti a tutto vanno in giro rendendosi responsabili di rapine, stupri e omicidi. A farne le spese è la famiglia di un sacerdote sposato a un’indiana. Un gruppo di sbandati li uccide a causa di un diamante di grande valore che sarà uno dei fulcri narrativi della vicenda. Nessuno sa chi l’abbia nascosto e dove e ciò dà il via a una successione di avvenimenti di estrema violenza. Il sacerdote non era uno stinco di santo e in passato aveva fatto parte di una famiglia di criminali dominata da una madre prostituta. Seth, il figlio dell’uomo, unico superstite della strage, va in cerca di Bouncer, un individuo privo del braccio destro che fa il buttafuori in un saloon (e questa è una delle tipiche stravaganze di Jodorowski!). Pur menomato, è all’occorrenza uno spietato killer e per giunta lo zio di Seth.

Sarà Bouncer quindi a prendere sotto la sua ala protettiva il nipote, a crescerlo facendolo diventare un uomo forte e sicuro di sé, pronto ad affrontare le minacce di un mondo privo di regole. Ma la faccenda del diamante non si risolve subito e la strana coppia dovrà confrontarsi con sicari, donne infide, agguati e sparatorie. La violenza non manca e Jodorowski la descrive in maniera esplicita introducendo character peculiari: maestre di scuola sensuali e fascinose, puttane da saloon, uomini sfregiati, assassini che recitano poesie. Nella story-line sono presenti i concetti della colpa e della punizione di stampo cattolico; suggestioni della psichedelia, specialmente nella sequenza in cui il giovane Seth ha un’esperienza mistica con il peyote; e accenni alle logge massoniche che hanno costruito l’America (in alcune vignette si rilevano i simboli degli Illuminati). E sono questi elementi a rendere riconoscibile lo stile narrativo di Jodorowski che usa gli archetipi western per narrare una storia influenzata dalle sue personali ossessioni. I testi sono intensi con un’espressività quasi hard-boiled e i dialoghi fanno pensare a quelli delle pellicole di Sergio Leone.

Dal canto suo, Francois Boucq fa un lavoro eccellente e con un tratto realistico e incredibilmente accurato raffigura con maestria le immense distese del Far West, i canyon, le montagne, gli interni dei saloon e delle case e raffigura i personaggi riuscendo ad evocare le intense emozioni che li animano. Bouncer emana freddezza e risulta intimidente; il giovane Seth esprime tutta l’impazienza tipica dell’adolescenza; le donne appaiono seducenti senza scadere nella volgarità e i cattivi hanno sguardi eloquenti che fanno intuire la loro intrinseca corruzione. Il bianco e nero valorizza le matite del penciler francese e questa edizione perciò non è meno valida di quella a colori. In poche parole, se non avete letto Bouncer fareste bene a provarlo. Scoprirete una serie di qualità capace di avvincere non solo gli estimatori del western ma gli amanti del fumetto tout court, indipendentemente dai discorsi di genere.

Voto: 8 ½

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