I Nuovissimi X-Men 1-3 – Recensione Panini Comics

Pubblicato il 12 Settembre 2013 alle 14:00

Dopo l’uscita del terzo numero un primo bilancio sulla nuova serie dedicata agli Uomini-X scritta in modo dirompente da Brian Bendis e disegnata in modo superlativo da Stewart Immonen.

I-Nuovissimi-X-Men-1I Nuovissimi X-Men

Autori: B. M. Bendis & Si Spurrier (testi), Stewart Immonen & Tan Eng Huat (disegni)

Casa Editrice: Panini Comics

Genere: Supereroistico

Provenienza: USA

Prezzo: € 3.50 cd., 17 x 26, S, pp. 80, col.

Data di pubblicazione: giugno-agosto 2013

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E’ da troppo tempo che le varie testate dedicate al mondo degli X-Men non vengono messe sotto i riflettori con l’opera di autori di richiamo o cicli di storie memorabili che rimangono nella memoria dei lettori per diverso tempo.

In questa mia piccola analisi non farò riferimento all’ottima X-Force di Remender o alla sempre gustosa X-Factor del grande Peter David, la mia affermazione fa riferimento a serie come Uncanny X-Men, X-Men Legacy, X-Men e Astonishing X-Men. Le serie principali del mondo mutante.

L’ultimo scrittore degno di nota a lavorare sulle pagine delle serie appena citate è stato l’inglese Mike Carey che, attraverso un saggio utilizzo di molti personaggi comprimari, è riuscito a scrivere storie dignitose e di tutto rispetto.

Una nota a margine meriterebbe anche la gestione Kireon Gillen per la serie Uncanny X-Men. Un autore che, stritolato da troppi mega cross-over è riuscito a malapena a far intravvedere le sue potenzialità di eccellente autore.

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Il resto, come detto, poca cosa.

I vari autori che si sono susseguiti non hanno inciso e spesso sono risultati non all’altezza dei grandiosi personaggi che si sono ritrovati a gestire. Prendete ad esempio lo scialbo ciclo di storie di Fraction non certo aiutato alle matite da quel “copione” di Land, oppure il ciclo di Grishler sulla testata X-Men, storie ben scritte ma che alla fine non sono altro che semplici team-up. Per non parlare poi della pessima e penosa gestione di Christos Gage di X-Men Legacy. Un semplice riempitivo in attesa di Marvel Now!

Dunque alla fine, come detto, il mondo mutante necessitava di un grosso riassetto narrativo e chi meglio di Bendis può portare una bella ventilata di aria fresca a tutto questo affresco pieno di buchi?

Bendis, lo conosciamo tutti. Un autore che ha sempre diviso la critica per il suo modo di dilatare all’infinto le sue storie inserendo inutili dialoghi tra i personaggi. Però Bendis ha un grande pregio, quello di aver rilanciato i Vendicatori e di averlo fatto alla grande.
Bendis eccelle nelle storie con pochi personaggi dove riesce ad avere sotto controllo tutti i comprimari e pochi attori protagonisti. Il suo eccellente Devil in coppia con Alex Maalev in tal senso è emblematico.

I troppi personaggi che giravano attorno alla base degli Avengers hanno reso il lavoro ostico al nostro scrittore impedendogli di affondare a dovere sull’introspezione. Magari gli Avengers di Bendis hanno goduto di ottime trovate ma, alla lunga, le solite avventure di portata planetaria avevano quel qualcosa di incompiuto. Soprattutto le ultime saghe.
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L’approccio di Bendis con i mutanti è stato leggermente differente rispetto alla saga Vendicatori Divisi. In entrambi i casi ci imbattiamo immediatamente in un fatto rilevante che colpisce i lettori ma, con gli X-Men, il nostro autore cerca di essere meno tragico e più narratore disseminando in questi primi numeri un numero considerevole di sottotrame che sicuramente riprenderà più avanti.

Ho trovato ottimo il suo richiamo al passato, non solo quello classico con l’approdo ai giorni nostri degli X-Men originali, ma citando anche il bel ciclo di Morrison orchestrando la nuova evoluzione della Bestia.
Entrando però più nel dettaglio, mi sento di dire che tutta la trama pensata da Bendis è una sonora provocazione. Si, provocazione verso i puristi della continuity, verso quei lettori che venerano le storie passate come fossero sempre e solo la verità assoluta.

Quello che combina la Bestia in questi numeri fa a botte con il personaggio stesso. Quello che una volta è stato il personaggio generoso e sempre disponibile verso i suoi compagni, oggi commette la più egoistica delle azioni. Si reca indietro nel tempo e porta nel nostro presente gli X-Men originali, poco più che adolescenti, i quali naturalmente dovranno fare i conti con la triste verità che Ciclope è oggi un fuorilegge alleato di Magneto, che il prof. X è deceduto (ucciso dallo stesso Ciclope) e che la bellissima Jean è anche lei deceduta.
Tutto questo calpestando come detto anni di storie superlative sui viaggi temporali e un personaggio come la Bestia sempre molto attento alle possibili conseguenze delle sue azioni.

Però, nonostante tutte queste piccole considerazioni All New X-Men funziona alla grande.

Bendis mette un sacco di carne al fuoco e la fa cuocere a dovere sfoggiando la sua abilità di narratore e paroliere senza eccedere troppo nella verbosità inutile.
L’idea del confronto delle due generazioni di X-Men non è così banale come potrebbe sembrare e Bendis dimostra davvero di essere in gran forma.

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Nel corso della loro lunga storia editoriale gli X-Men sono cresciuti e, rispetto agli anni sessanta, si sono adattati al tempo che scorre mantenendo sempre la rotta verso il sogno di Xavier e la sana convivenza tra umani e mutanti. Ebbene, Bendis mette i primi X-Men di fronte alla triste realtà che quel sogno non c’è più, che hanno vissuto la loro vita per un’ideale irrealizzabile. Che tutta la loro vita sarà destinata al fallimento o peggio, alla morte.

Solo questo spunto narrativo di confronto tra generazioni basterebbe per continuare in questa avvincente lettura ma, naturalmente, abbiamo anche dell’altro, come ad esempio l’introduzione di nuovi comprimari, la ricerca di nuovi seguaci da parte di Ciclope e Magneto e l’incapacità di questi ultimi di controllare i propri poteri mutanti.

Come detto, di argomenti ne troviamo tanti e prima o poi verranno sicuramente analizzati e sezionati dal nostro eccellente Bendis.
Come se non bastassero le storie ideate da Bendis, alle matite abbiamo un superlativo Immonen. Qui forse alle prese con il suo miglior lavoro.
Artista eccezionale, Immonen ci fornisce una versione superlativa della Bestia, personaggio parecchio maltrattato negli ultimi tempi a livello grafico da disegnatori non adatti.
Tavole dinamiche, cinetiche che ben si sposano con la trama adrenalinica di Bendis. Scelte stilistiche ardite ma ben azzeccate che è un piacere avere sotto gli occhi.

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Cosa dire ancora? Il titolo della testata italiana (i Nuovissimi X-Men) è terribile, ma al di là di questo la serie è davvero un piccolo gioiello.
Bendis non è devastante come su Vendicatori Divisi, ma gli X-Men hanno trovato una nuova gestione che sicuramente farà la storia di questi personaggi. O almeno così sembra leggendo questi primi numeri della serie italiana.

In ultimo e per dovere di completezza, segnalo che la serie comprimaria, X-Men Legacy (di Spurrier e Huat), dedicata a Legione, il figlio di Xavier, per il momento mi lascia abbastanza freddino. Personaggio dalle grandi potenzialità, Legione è davvero potente e scomodo allo stesso tempo, tanto che molti autori non sono riusciti a cogliere in pieno il suo enorme potenziale.
Tan Eng Huat alle matite non mi ha mai incantato ed è fin dai tempi del suo Ghost Rider che cerco di farmi piacere il suo personalissimo stile.
Senza successo.

Un brindisi agli amici assenti.


Voto: 8

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